Cronaca

Bus pieno, ragazzi lasciati a piedi
E in treno ragazzino minacciato

"Disservizi sulla tratta Cremona-Gazzo-Pieve San Giacomo". La denuncia di una mamma

Autobus sovraffollato e studenti lasciati a piedi. E’ quanto denunciato da Clara Carletti, avvocato del Foro di Cremona e mamma preoccupata di come è gestito il trasporto pubblico ad uso principalmente degli studenti. “Problematiche gravi”, sostiene Carletti, “relative sia all’efficienza sia alla sicurezza del servizio“. Il riferimento è alla tratta Cremona-Gazzo-Pieve San Giacomo.

L’avvocato Carletti

“Il treno delle 13.38”, racconta il legale, “è stato sostituito da un pullman, un solo pullman per tutti gli studenti di Cremona residenti in zona Malagnino e Pieve S. Giacomo. Quindi capita molto spesso che gran parte degli studenti non riesca a salire e debba rimanere in zona stazione in attesa del primo treno disponibile, quello delle 14.15. E’ di tutta evidenza che un solo pullman non può essere sufficiente per l’utenza di quella fascia oraria, ma ad oggi i mezzi non sono stati implementati.

In buona sostanza, i ragazzi che escono da scuola alle 13 si ritrovano spesso a rientrare a Pieve San Giacomo, che è distante soli 15 Km da Cremona, alle 14.30, un’ora e mezza dopo, tempo di attesa che peraltro gli studenti trascorrono esposti ad ogni intemperie. E già questo evidenzia l’inadeguatezza del servizio”. Ma vi è molto di più”, continua a raccontare il legale. “Il treno delle 14.15 è abitualmente frequentato da gruppi di ragazzi che infastidiscono, per usare un eufemismo, gli studenti. Di solito impongono di cedere loro il posto, oppure minacciano di non farsi più vedere in giro, adottando atteggiamenti sempre più prepotenti.

L’episodio accaduto ieri nella stazione di Gazzo di Pieve San Giacomo è molto grave. Un ragazzino, dopo essere stato minacciato durante tutto il tragitto in treno, una volta sceso in stazione è stato schiaffeggiato da un membro di questo gruppo, tra l’altro perdendo gli occhiali caduti sotto il treno. Nessuno è intervenuto, neppure il personale ferroviario, evidentemente per paura di ritorsioni o per paura di aggravare la situazione”. “Ieri è capitato questo”, si chiede l’avvocato, preoccupata. E domani?.

Noi genitori paghiamo un servizio per i nostri figli. Ma che servizio abbiamo?. Stiamo parlando di zone ritenute tranquille e di fasce orarie giornaliere. I nostri figli hanno diritto di viaggiare in sicurezza e senza timore“. “Queste problematiche”, conclude Carletti, “devono essere affrontate e risolte con determinazione e tempestività, per rendere i trasporti pubblici efficienti e sicuri a favore di tutta la collettività”.

Sara Pizzorni

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