"Orange the world", la caserma
Santa Lucia s'illumina di arancione
Anche quest’anno, in occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Comando Provinciale Carabinieri di Cremona ha aderito alla campagna internazionale Orange the World, promossa dalle Nazioni Unite, sostenuta in Italia da Soroptimist International, illuminando la propria sede di Viale Trento e Trieste e quella della Stazione Carabinieri di Castelverde con luce arancione, colore scelto come simbolo di un futuro senza violenza basata sul genere.
All’accensione delle luci sulla facciata della Caserma Santa Lucia, che si protrarrà sino a martedì 26 novembre, hanno preso parte il Colonnello Paolo Sambataro, comandante provinciale dei Carabinieri di Cremona, la vice presidente Nazionale del Soroptimist International Club, Maria Rosa Capelletti, la presidente del Soroptimist International Club di Cremona, Marida Brignani, accompagnate da una rappresentanza della Sezione di Cremona del Club.
L’accensione è stata preceduta da un incontro tra i presenti per l’analisi del fenomeno “violenza di genere e domestica” in provincia e la discussione di futuri progetti di formazione e sensibilizzazione sui temi dell’educazione all’affettività da realizzare in sinergia in favore della comunità e dei giovani.
Il “Soroptimst International Club di Cremona” in passato ha anche contribuito all’allestimento di due sale dedicate all’ascolto protetto delle vittime vulnerabili presso le sedi dell’Arma di Cremona e Crema, realizzate nell’ambito del progetto esteso a livello nazionale “Una stanza tutta per sé”.
Il progetto Una stanza tutta per sé nasce nel 2015 da un accordo dell’Arma dei Carabinieri con l’Associazione Soroptimist International, con la finalità di incoraggiare le persone vittime di violenza di genere a rivolgersi alle Forze dell’Ordine, sostenendole nel delicato momento della denuncia e nel percorso verso il rispetto e la dignità della persona.
Queste stanze sono ambienti appositamente creati mettere a loro agio le vittime e favorirne l’ascolto protetto; sono ambienti confortevoli e meno “istituzionali” nei quali le persone offese possono confidare il proprio vissuto a militari dell’Arma appositamente formati attraverso la frequenza di corsi che hanno fornito loro anche specifici elementi di psicologia comportamentale e comunicazione, allo scopo di migliorare le capacità di interazione con soggetti vulnerabili, sia nel primo contatto in situazioni di emergenza sia in quello successivo di formalizzazione della denuncia.
La stanza tutta per sé è anche un luogo dove incontrare il personale dell’Arma dei Carabinieri non solo per denunciare violenze e soprusi, ma anche per iniziare ad esporre il proprio disagio affettivo, relazione o di intimità sapendo di trovare conforto, sostegno e protezione per poi concertare la migliore strategia da adottare, funzionale alla soluzione del problema.
Rivolgendo lo sguardo al futuro, l’Arma intende confermare il proprio contributo nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno, ben consapevole delle difficoltà di intercettare in anticipo – a differenza di molte altre fattispecie di reato – i singoli episodi delittuosi, posto che si manifestano nella loro gravità e vengono denunciati dopo molto tempo rispetto all’inizio delle condotte vessatorie, in una fase già critica per l’integrità fisica e la sicurezza delle vittime.
Quello della violenza di genere è un grave fenomeno di natura culturale e sociale, contro il quale le sole misure restrittive non bastano, dovendosi, invece, ritenere imprescindibile un processo evolutivo della componente antropologica che vada di pari passo con il mutevole e rapido cambiamento della società.