Cronaca

Reati fiscali: assolti Melega
e la "testa di legno" Albricci

L'imprenditore Marco Melega

Assolti con formula piena da un reato fiscale. “Il fatto non sussiste”. Così ha deciso il giudice nei confronti di Marco Melega e di Gabriella Albricci, finiti a processo “perché, in concorso morale e materiale tra loro, Albricci in qualità di amministratore di diritto, e Melega in qualità di amministratore di fatto della Consulting  srl, pur presentando la dichiarazione di sostituto d’imposta relativa all’anno 2018, omettevano di compilare i campi relativi a ritenute dovute per un ammontare  superiore ad euro 50mila e, segnatamente, pari ad euro 2.898.770,26″.

L’avvocato Angeleri

La Albricci, 70 anni, che ha sempre lavorato in una lavanderia e che oggi sopravvive con una pensione sociale, era finita ai domiciliari nel 2019 nell’ambito della maxi indagine “Doppio click” della guardia di finanza. Era la classica “testa di legno” messa ad amministrare la Adv Company srl e la Consulting srl, società cartiera, dall’ex compagno di sua figlia, di cui si era fidata. Lui è Cristiano Visigalli, braccio destro dell’imprenditore cremonese Marco Melega, entrambi già condannati per le truffe on line ai clienti, per bancarotta e frode fiscale:

Melega a 10 anni, 5 mesi e 15 giorni, Visigalli con il patteggiamento a 4 anni e 6 mesi in udienza preliminare. Dal processo madre, nel quale invece era stato assolto il commercialista milanese Luca Vitiello, sono nati processi per reati satellite. Come quello di oggi. Per Melega il pm aveva chiesto la condanna a due anni, mentre l’assoluzione per la Albricci. Ma anche l’imprenditore è stato assolto. Come ha sostenuto il suo legale, l’avvocato Luca Angeleri, Melega era dipendente della Consulting, non amministratore di fatto.

L’avvocato Bracchi

La Albricci era difesa dall’avvocato Simona Bracchi. Nell’udienza precedente era attesa la testimonianza dell’ex “genero” Visigalli, che sta scontando in carcere la condanna definitiva. Ma lui aveva rinunciato a comparire. Aveva fatto sapere che salire sul blindato della penitenziaria gli causava claustrofobia. “Una giustificazione che mi ha molto infastidita”, ha detto l’avvocato Bracchi. Sulla difesa, il legale ha spiegato che “la Albricci non conosceva Melega. La mia assistita non aveva né le capacità manageriali né quelle di una gestione elementare della società. La signora ha lavato e stirato per una vita. Della Consulting srl non sapeva assolutamente niente”.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...