La rivoluzione
cubana oggi
Egregio direttore,
grazie a questa bella permanenza prolungata a Cuba ho potuto meglio farmene un’idea delle condizioni di vita, delle difficoltà quotidiane, delle aspettative e delle speranze che sempre albergano in questo popolo caraibico con la loro originale esperienza rivoluzionaria.
L’impatto è come sempre sconvolgente per noi visitatori che viviamo nell’opulente Europa con tutte o quasi, le comodità ed i servizi di un benessere acquisito grazie ad uno scambio ineguale con popoli e paesi che subiscono queste ingiustizie economiche e politiche, consolidate dal secolare colonialismo ed oggi rinvigorite dal neocolonialismo imposto dalle èlites Occidentali detentrici di conoscenze e tecnologie esclusive ed avanzate.
Durante questo soggiorno “particular” siamo stati protagonisti involontari di blackout ripetuti e prolungati ed anche di un uragano Rafael meno devastante di Oscar che nella provincia orientale, la più povera Guantanamo, ha causato morti e danneggiamenti.
A parte gli eventi naturali, ai quali sono molto preparati nella protezione delle persone, i blackout frequenti hanno evidenziato un’arretratezza tecnologica degli impianti elettrici, dalle centrali termoelettriche alla rete distributiva insufficiente al fabbisogno della popolazione con la carenza di combustibile.
Noi visitatori esterni che da tempo frequentiamo l’isola, siamo perfettamente a conoscenza della “guerra economica” imposta dal “bloqueo USA” è come un nodo corsoio al collo di una persona innocente che non intende soccombere alle ingiustizie, le ingerenze ed agli attacchi sempre più smascherati alla loro sovranità, dal loro potente vicino del Nord.
Il recente cambio al comando della Casa Bianca, non fa ben sperare, la nomina del nuovo Segretario di Stato,di origine cubana, rappresenta un aggravante, sostenitore di un odio preconcetto nei confronti del sistema socialista, che determinerà un’ulteriore stretta di quel nodo corsoio.
Malgrado questa silente “guerra economica” sconosciuta ai turisti ai quali giustamente a loro nulla può mancare, stanno sempre più aumentando dopo la pandemia del COVID, l’Avana rimane sempre bella ed attrattiva, nel mese di Novembre vi è stata la Fiera Internazionale, la 43^ maratona, la settimana della cultura italiana ed in questi giorni è in corso l’appuntamento internazionale Festival del nuovo cine Latino-americano, una pluralità di eventi culturali in tutte le città dell’isola.
Una società ed un popolo vivace consapevole del loro ruolo in un contesto continentale in movimento, fortemente preoccupato ma anche preparato rispetto alle guerre in corso e che incombono in Europa, creando effetti negativi alla loro condizione di vita diaria, pur non avendone alcuna responsabilità, in auspicabile attesa di un mutamento economico più favorevole.
La loro partecipazione al BRICS rappresenta una scelta appropriata, direi quasi naturale, constatato l’errata chiusura e arrogante arbitrarietà di includere Cuba nella lista nera dei “paesi canaglia” che appoggiano il terrorismo internazionale, redatta sempre dai loro vicini del Nord, quando in realtà sono proprio loro i promotori.
Lasciamo Cuba con rimpianto e la speranza di ritornarci, consapevoli che presto dovranno affrontare un uragano di odio che si riverserà su di loro, l’impegno che insieme dovremo assumerci sarà quello di promuovere e favorire un uragano di aiuti e solidarietà al popolo cubano.