Morta nell'incidente a Derovere
I familiari: "Vogliamo chiarezza"
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In procura a Cremona c’è un fascicolo aperto contro ignoti sulla morte di Maria Ragaglia, 38 anni, originaria di Sospiro ma residente a Cingia de’ Botti, finita fuori strada a bordo della propria auto, una Fiat Multipla, lungo la provinciale 28, all’altezza di Derovere, la mattina del 22 novembre scorso. Ad un mese di distanza dalla tragica scomparsa di Maria, che lascia quattro figli giovanissimi, i suoi familiari chiedono con forza di conoscere la verità.
Quel giorno la 38enne procedeva verso via Giuseppina, quando ha perso il controllo del veicolo, che ha prima sbandato, per poi capottarsi, finire in un fossato a bordo strada e poi contro un albero. Un impatto violentissimo che non le ha lasciato scampo.
“E’ stata una catastrofe per tutti, qualcosa che non riusciamo nemmeno a metabolizzare”, hanno detto Silvia e Massimiliano, due dei fratelli della vittima. “Le forze dell’ordine ci sono state di grande aiuto, in particolare il comandante dei carabinieri di Torre de’ Picenardi”. “Due giorni prima dell’incidente”, hanno raccontato, “Maria era andata dal gommista per fare il cambio gomme, ma in officina hanno fatto un errore di montaggio dei pneumatici“. Di quell’errore si era accorto il marito di Maria, che proprio il giorno dell’incidente era tornata in officina.
Mentre aspettava che le montassero le gomme nuove, la 38enne aveva fatto acquisti per la figlia che la domenica successiva avrebbe compiuto 7 anni, e aveva chiamato la mamma e la sua migliore amica. “Lei non rispondeva al telefono quando era in macchina, era molto ligia”, hanno raccontato i due fratelli. “Quella strada era sporca di fango”, ha ricordato Massimiliano. “L’ho visto bene quando sono andato sul posto. C’erano cumuli di fango ai lati della strada”. In quei giorni erano in corso operazioni di aratura dei campi e c’erano state diverse uscite di strada, compreso un pullman.
“Noi vogliamo solo capire cosa è successo”, hanno detto i due fratelli, “perchè quella strada non è pericolosa, è una strada scorrevole, larga”. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Maria ha affrontato una semicurva, dopodichè ha perso il controllo della macchina che si è girata ed è andata a finire dalla parte opposta, andandosi a schiantare contro un tronco.
I carabinieri hanno sentito il gommista, i vigili del fuoco hanno stilato una rapporto, che è già stato depositato in procura, e l’auto è sotto sequestro. L’autopsia non è stata disposta. La famiglia, che si è affidata all’avvocato Alessandro Vezzoni, non esclude che Maria possa anche aver avuto un malore (l’autopsia lo avrebbe chiarito), e sottolinea che non punta il dito contro nessuno. “Vogliamo solo capire”, hanno detto i fratelli, “fare chiarezza, toglierci ogni dubbio, che si facciano le domande giuste alle persone giuste. Maria era il perno della nostra famiglia, speriamo davvero che qualcuno ci ascolti e che questa non resti una voce al vento“.
Maria, che da circa un mese lavorava come operatore socio sanitario a Cremona Solidale, ha lasciato in un immenso dolore il marito Davide, la mamma Rosa, 70 anni, e i suoi quattro fratelli: oltre a Silvia e Massimiliano, anche Marco e Andrea e soprattutto i quattro figli Giulia, 17 anni, Cristian, di 14, Aurora, di 7, e Sole, che aveva compiuto due anni due giorni prima dell’incidente, mentre Aurora due giorni dopo. La piccola non capiva come mai la mamma non avesse festeggiato il compleanno anche con lei.
Sara Pizzorni