Cronaca

"Drogata e abusata, ma non mi
credono": petizione su Change.Org

“Ho subito una violenza sessuale mentre ero in stato di alterazione, perché qualcuno mi ha drogata, ma il giudice ha archiviato il mio caso”. Parole intrise di rabbia e disperazione, ma anche di tanta determinazione, quelle di una giovane donna cremonese che nei giorni scorsi ha avviato una petizione su Change.Org per chiedere la riapertura del suo caso, e per ottenere giustizia.

La vicenda risale alla notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2022, quando la giovane, all’epoca 21enne aveva incontrato un ragazzo conosciuto su una app di incontri. Ma di quella serata non ha memoria, in quanto la giovane si trovava sotto l’effetto di droghe.

Una serata che a distanza di due anni lei ancora non riesce a ricordare: “Ricordo solo che ero uscita a bere qualcosa con un collega e che poi avrei dovuto vedermi con questo ragazzo, conosciuto su una app di incontri” racconta Anna (nome di fantasia, ndr). “Ma ad un certo punto della serata, i miei ricordi si interrompono. Solo successivamente ho scoperto che nel mio sangue c’erano delle droghe, che io non avevo assunto”.

Sostanze che lei, peraltro, nega di avere assunto. Ma sono stati i segni sul suo corpo, il giorno dopo, a farle capire che qualcosa di spiacevole doveva essere accaduto. “Il giorno dopo, mi sono svegliata ad un orario insolito in un corpo che non riconoscevo” racconta Anna. “Mi sentivo confusa, stordita e provavo un dolore terribile alle parti intime e avevo varie ecchimosi sul corpo. In più, non avevo alcuna memoria di ciò che mi  fosse successo”.

Anna si era recata quindi alla clinica Mangiagalli di Milano, specializzata nel trattamento delle vittime di violenza sessuale. “Gli esami tossicologici confermarono quello che già sospettavo ma per cui volevo una certezza: ero stata drogata” racconta. “Nel mio corpo trovarono un quantitativo elevato di più sostanze tra cui ad esempio, i barbiturici, che io non avevo assunto”.

Ma la sua versione dei fatti non ha convinto gli inquirenti. Da un lato perché la 21enne assumeva farmaci per la depressione, dall’altro, a rendere più precaria la sua testimonianza, il fatto che sia lei sia il denunciato avessero avuto già un abboccamento attraverso i messaggi. “C’era un interesse reciproco e la volontà di approfondirlo anche dal punto di vista più intimo, ma da un’intenzione espressa via messaggio a decidere, poi, dal vivo, di passare concretamente ai fatti, c’è una bella differenza” commenta la giovane.

“Eppure, non sono stata creduta. Sono stata trattata non come una vittima, ma come una colpevole. Mi hanno interrogata per ore, insinuando che fossi la responsabile di ciò che mi era accaduto, perché la mia reazione non era tipica di una donna che avesse subito violenza sessuale”. A fronte delle considerazioni fatte, e su richiesta del pm, il gip ha così deciso di archiviare il caso.

Ma ora, Anna cerca giustizia, e attraverso il suo avvocato, Sara Veri, e con la petizione lanciata online, chiede che vengano riaperte le indagini. “Nonostante avessi una serie di prove, ciò non è bastato perché il caso è stato archiviato pochi giorni fa sostenendo che io fossi consenziente e che la colpa era mia” conclude. Chiaramente io non accetto in alcun modo questa sentenza, perché non mi rappresenta in alcun modo. Sono molto amareggiata, arrabbiata e delusa”.

Con la petizione la giovane chiede “la riapertura del mio caso presso il tribunale di Cremona, con un riesame attento e imparziale delle prove già presentate”. Ma anche “per ricordare che il consenso deve esserci prima, durante e dopo. La legge è chiara: una persona drogata o priva di controllo non può dare consenso. Puoi dire di no in qualsiasi momento, anche se prima hai detto di sì!” conclude.

Laura Bosio

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