Scuole

Scuole sottodimensionate, per
Casalbuttano addio all'autonomia

Niente da fare, le scuole d’infanzia, primarie e medie inferiori che fanno parte dell’istituto comprensivo di Casalbuttano saranno dirottate sotto la dirigenza di Castelverde deludendo così le aspettative dei Comuni dove hanno sede i plessi. Troppo pochi i 581 bambini iscritti quest’anno per consentire la sopravvivenza dell’autonomia delle scuole di Casalbuttano, Robecco d’Oglio, Corte de Cortesi e Bordolano, così come era stato richiesto nel Piano di dimensionamento scolastico varato lo scorso novembre dalla provincia di Cremona. Regione Lombardia ha bocciato il provvedimento in virtù del fatto che è di 600 il numero minimo di iscritti per consentire alle scuole di avere un proprio preside e un proprio dirigente amministrativo, caratteristiche che determinano l’esistenza di una autonomia scolastica.

Per supportare la richiesta di autonomia i comuni coinvolti avevano evidenziato la forte presenza di alunni stranieri di etnia molto diversa, con oltre il 58% di origine straniera, tra prima e seconda generazione. E avevano fatto appello al mutamento del tessuto sociale nei loro territori, che rendeva fondamentale la presenza di un’istituzione scolastica forte e autonoma in grado di interfacciarsi con tempestività con le amministrazioni comunali.

Dal punto di vista pratico, ovviamente le scuole non cesseranno di esistere, quindi forse per le famiglie poco cambierà nel prossimo anno scolastico. Ma l’accorpamento con il comprensivo Castelverde, che già include non solo le scuole del paese, ma anche quelle di Brazzuoli, Corte de Frati, Pozzaglio, Sesto, Fengo e Spinadesco, renderà più complicato il dialogo tra i sindaci e il corpo docente, soprattutto per risolvere problematiche legate al disagio sociale.

Sono già oltre 1000 gli iscritti nelle scuole che fanno capo a Castelverde e anche qui c’è una forte incidenza di stranieri, ma tant’è. La spesa pubblica revisionata dal Ministero dell’istruzione e del merito stavolta non ha lasciato scampo alle piccole realtà di paese.
Giuliana Biagi

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