Anche a Cremona aperto
l'anno giubilare
Apertura dell’anno giubilare anche a Cremona, con la solenne cerimonia officiata dal vescovo Napolioni, iniziata alle 17 nella chiesa di S.Agostino affollata di fedeli, da cui è partita la processione verso la cattedrale. Presente gran parte del clero cremonese, e in rappresentanza della città di Cremona, il sindaco Andrea Virgilio e l’assessore Luca Burgazzi, ma soprattutto tanti fedeli che hanno raccolto l’invito al pellegrinaggio di papa Francesco rilanciato dal pulpito di S.Agostino attraverso la lettura della Bolla, Spes non confundit.
Un messaggio di speranza che è poi continuato in Cattedrale: sopra il portale campeggia il logo del Giubileo, come segno distintivo delle chiese giubilari in diocesi: oltre alla Cattedrale, i santuari di S. Maria del Fonte a Caravaggio, della Madonna della Misericordia a Castelleone e della Madonna della Fontana a Casalmaggiore.
«Spes non confundit», «la speranza non delude». Con questa premessa, che è monito e fonte stessa di speranza, la Chiesa cremonese guarda all’Anno Santo, durante il quale sarà essa stessa pellegrina a Roma e testimone di fede per il popolo di Dio.
Ad aprire il corteo la croce, che il cerimoniale vuole sia un crocifisso di particolare significato per la Chiesa diocesana. Per questo è stato scelto l’antico crocifisso romanico davanti al qualce, secondo la tradizione, il 13 novembre 1197 in preghiera adorante prostrato a terra morì il cremonese Omobono Tucenghi, il primo santo laico della storia, «padre dei poveri», diventato patrono della città e della diocesi di Cremona. Questo antico crocifisso, solitamente conservato a Cremona nella chiesa di Sant’Omobono (dove il patrono morì e in un primo tempo furono conservate le spoglie), per tutta la durata del Giubileo rimarrà esposto in Cattedrale.
Dietro alla croce, il vescovo e i presbiteri seguiti dai religiosi e tutti i laici hanno costeggiato la chiesa di Sant’Agostino, e percorse via Plasio, via Cavallotti e via Ponchielli, si sono immessi n corso Vittorio Emanuele II; attraversata piazza Stradivari e percorsa via Giovanni Baldesio, il corteo è poi giunto in piazza del Comune. Prima di varcare la soglia della Cattedrale il vescovo, una volta radunati tutti i fedeli davanti al Duomo, ha innalzato la croce invitando alla venerazione del «dolce legno che porta appeso il Signore del mondo». Quindi in Cattedrale, dopo il rito della memoria del Battismo, la celebrazione eucaristica è proseguita segnando ufficialmente l’inizio del Giubileo a livello diocesano.
Hanno concelebrato il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, i vescovi d’origine cremonese mons. Carmelo Scampa (emerito della diocesi brasiliana di Sao Luis de Montes Belos) e mons. Eliseo Ariotti (a lungo in servizio per la Santa Sede come nunzio apostolico), entrambi di recente rientrati in diocesi, insieme anche a mons. Joseph Ake, arcivescovo emerito di Gagnoa, in Costa d’Avorio.
Nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa della Santa Famiglia di Nazareth, la liturgia ha proposto la lettura del brano di vangelo del ritrovamento di Gesù nel tempio di Gerusalemme, testo nel quale monsignor Napolioni ha trovato diverse fonti di speranza.
“Iniziamo un tempo di pellegrinaggio – ha evidenziato nell’omelia – ma dobbiamo stare attenti al rischio di dimenticare Gesù, come accaduto a Maria e Giuseppe. Eppure, abbiamo una speranza: il mistero del Figlio perso e ritrovato ci ricorda quale sia il centro del Vangelo, ossia che nessuno è perduto. Dio stesso ha mandato suo Figlio per perderlo e ritrovarlo, e noi in Lui”.
“Anche noi siamo invitati a riscoprire il nostro legame con il Signore, che ci lascia la libertà di vivere un rapporto personale con lui, senza però dare le spalle alla nostra famiglia, alla comunità. Anche noi, come i suoi genitori, dobbiamo essere un po’ angosciati quando non viviamo questa condivisione”.