Tentata rapina al kebab:
condannato 38enne tunisino

Processato con il rito abbreviato, oggi un tunisino di 38 anni senza precedenti, autotrasportatore di professione, è stato condannato ad un anno e quattro mesi, pena sospesa, e ad una multa di 300 euro, per una tentata rapina avvenuta la sera del 5 maggio dell’anno scorso nel negozio di kebab di via Guarneri del Gesù “Cremona pizza kebab e grill”. Per l’imputato, assistito dall’avvocato Paolo Brambilla, il pm onorario aveva chiesto una pena di due anni e quattro mesi e 400 euro di multa.
Oggi in tribunale, affiancato da un’interprete, ha testimoniato il dipendente pakistano che quella sera si trovava nell’esercizio commerciale. L’uomo ha riconosciuto l’imputato, presente in aula, e ha raccontato che il 38enne gli aveva chiesto una birra che aveva bevuto ma che poi non aveva voluto pagare. Da lì era nata una discussione. “Sono un mafioso”, avrebbe detto il cliente, “tu la birra non me la fai pagare”. A quel punto, secondo il racconto del dipendente, l’imputato avrebbe chiamato degli amici per dargli man forte.

“Io ho chiamato i carabinieri”, ha raccontato il dipendente, “e intanto il cliente ha tentato di mettere le mani sulla cassa ma io non gliel’ho permesso“. Il dipendente ha riferito che l’imputato lo aveva preso a pugni e schiaffi e nella colluttazione gli aveva strappato i vestiti. “Mi ha anche minacciato“, ha aggiunto la vittima, che ha ammesso di aver spinto il 38enne, ma non di averlo aggredito, benchè il 38enne avesse riportato una escoriazione sulla guancia.
Nella sua arringa, l’avvocato Brambilla ha espresso perplessità sulla dinamica dei fatti e sul racconto della vittima, che in denuncia non aveva fatto menzione degli amici dell’imputato che sarebbero entrati nel locale. “Su quanto accaduto”, ha detto il legale della difesa, “non ci sono testimoni. All’arrivo della polizia, infatti, non c’era più nessuno, tranne il mio assistito che tra l’altro aveva riportato una ferita alla guancia.
Il giorno della convalida dell’arresto, il tunisino, sposato, padre di cinque figli, si era scusato, dicendo che in realtà aveva intenzione di pagare la birra con il bancomat, ma che poi gli era stata negata la transazione e per questo era nata la discussione col dipendente. L’uomo aveva anche detto che non aveva alcuna intenzione di rubare. Nei suoi confronti il giudice aveva convalidato l’arresto, ma non aveva disposto misure cautelari.
Sara Pizzorni