Cronaca

Traffico internazionale di cocaina
A Cremona indagato un 40enne

A Cremona è stata perquisita l'abitazione di un italiano di 40 anni, che non è stato arrestato. Secondo l'accusa, nel 2023 si sarebbe recato a Brescia per rifornirsi di cocaina e hashish da uno degli altri indagati. La perquisizione nella sua abitazione ha dato esito negativo

Emergono altri dettagli sull’operazione “Icaro” (leggi qui). A partire dalle prime ore dell’alba, la Polizia di Stato di Brescia, con il supporto degli investigatori della Squadra Mobile della Questura e della S.I.S.C.O., in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo (S.C.O.) e la Polizia albanese, ha eseguito un’ordinanza che prevede 12 misure cautelari di custodia in carcere nei confronti di soggetti localizzati in Albania e nelle province di Brescia, Milano, Novara e Verona. Sono state inoltre emesse 8 misure cautelari in attesa di interrogatorio, coinvolgendo complessivamente 40 indagati italiani e albanesi. Le accuse riguardano il reato di associazione transnazionale finalizzata al traffico di ingenti quantitativi di cocaina. Contestualmente, sono state effettuate perquisizioni nelle province di Brescia, Torino, Bolzano, Cremona, Pavia, Trento e Treviso.

A Cremona è stata perquisita l’abitazione di un italiano di 40 anni, che non è accusato del reato di associazione. L’uomo, che non è in arresto, nel 2023, secondo l’accusa, si sarebbe recato a Brescia per rifornirsi di cocaina e hashish da uno degli altri indagati. La perquisizione nella sua abitazione ha comunque dato esito negativo. Il 40enne dovrà comunque essere sottoposto ad interrogatorio.

Le indagini, condotte sotto l’egida di Eurojust e con il coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia – DDA e della S.P.A.K. albanese, sono frutto di un’attività investigativa congiunta della Squadra Investigativa Comune (S.I.C.) tra la Polizia di Stato italiana e la Direzione Investigativa della Criminalità Organizzata albanese. L’operazione trae origine, nella seconda metà del 2020, da un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti registrata all’interno di alcuni locali di intrattenimento presenti sul Lago di Garda.

L’inchiesta ha permesso di ricostruire l’organigramma di un gruppo criminale italo-albanese dedito all’importazione di cocaina dal Sud America, trasportata su autoarticolati provenienti da paesi del centro Europa. Al vertice del gruppo bresciano figurerebbero due fratelli albanesi, appartenenti al clan dei Cela di Elbasan, una delle principali cosche della mafia albanese. I due avrebbero gestito un vasto traffico di droga coordinando uomini fidati nelle province del Nord Italia, curando le fasi di importazione, stoccaggio e distribuzione della cocaina, nonché la raccolta dei proventi, inviati ai vertici in Albania tramite autisti di pullman sulla tratta Brescia-Elbasan.

Un’importante svolta nelle indagini si è avuta nel novembre 2021, con l’arresto di un indagato trovato in possesso di 350 kg di cocaina destinati alla cellula bresciana. È emerso inoltre che i membri del sodalizio utilizzavano apparecchi telefonici criptati per le comunicazioni, confermando il loro ruolo all’interno dell’organizzazione.

Le investigazioni hanno rivelato che i capi dell’organizzazione si recavano regolarmente in Colombia, Ecuador e Dubai per stringere accordi con fornitori di cocaina. L’operazione è stata supportata dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale, dall’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza a Tirana e dalla Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, oltre che da Interpol Lione, l’Esperto per la Sicurezza a Madrid e la Polizia spagnola.

Gli attuali provvedimenti sono stati emessi sulla base degli elementi probatori raccolti, nel rispetto della presunzione di innocenza fino alla conclusione definitiva del processo.

S.P.

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