Mons. Perego a Cremona: "I campi
in Albania ledono il diritto d'asilo"
Il vescovo di Ferrara e Comacchio a Cremona oggi per un incontro sulla Costituzione organizzato dall'Associazione 25 Aprile
“I diritti dei migranti alla luce della Costituzione”, questo il tema dell’incontro organizzato dall’Associazione 25 Aprile nell’ambito del progetto “Conoscere la Costtituzione”, che questo pomeriggio ha riportato a Cremona, nell’aula magna dell’Istituto Ghisleri, Monsignor Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara e Comacchio e direttore della Fondazione Migrantes.
Mons. Perego, originario di Vailate, da sempre si dedica alla difesa e all’affermazione dei diritti dei migranti, dal 2009 come Direttore generale nazionale della Fondazione Migrantes e della Commissione Episcopale nazionale per le migrazioni; mentre anche nella nostra città, è stato, fra l’altro, fra i fondatori e animatori del Centro studi sul disagio e l’emancipazione giovanile e ha seguito la nascita della cooperativa dei servizi per l’accoglienza dei migranti (dal 1986 al ’94) e, dal 1997 al 2002 è stato direttore della Caritas diocesana.
E’ dunque una delle fra le figure più autorevoli, per la sua esperienza di vita e per le sue conoscenze e competenze, a rappresentare il tema dei diritti dei migranti avendo come riferimenti costituzionali anzitutto gli articoli 3 e 10 della Costituzione italiana. Che affermano, rispettivamente, il fondamentale principio dell’uguaglianza e della pari dignità sociale dei cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (articolo 3) e quello dell’accoglienza secondo cui “… lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge” ( articolo 10).
Per mons. Perego, quello dei migranti “è un tema che da tanti anni si tenta di gestire, ma in Italia evidentemente abbiamo qualche problema. Rileggere la Costituzione è certamente uno degli aspetti importanti attraverso i quali riuscire a trovare anche delle strade in ordine al governo, alla governance della migrazione in Italia.
“Rileggere l’articolo 3 significa rileggere l’uguaglianza sostanziale nell’accesso ai diritti. Oggi a parità di lavoro un migrante prende il 30% in meno, non ha l’accesso a tante leggi, al bonus bebè, alla carta salute o ad altri aspetti come l’accesso all‘edilizia popolare o ai bandi pubblici di lavoro. E quindi il tema dei diritti è uno dei temi fondamentali”.
“E poi – aggiunge il presule – c’è un diritto particolare che oggi rischiamo di ledere, anche attraverso scelte come la creazione di campi in Albania: è il diritto d’asilo che è stabilito dalla Costituzione all’articolo 10, cioè l’accoglienza e la protezione di coloro che fuggono da guerre, calamità naturali, da disastri ambientali e anche da persecuzione politico religiosa”.
“Purtroppo la narrazione è falsa perché non aiuta a leggere la realtà della migrazione. Si parla ancora di clandestini, si parla ancora di criminali guardando i 30.000 che sono in carcere, ma si dimentica un tassello fondamentale della vita quotidiana: i 2,5 milioni di lavoratori, i 900.000 studenti, i due milioni e mezzo di famiglie, i 500.000 imprenditori.
Questo è un tassello fondamentale che, come ha detto la Fondazione Moressa, regala all’Italia 3 miliardi di Euro ogni anno che è mezza manovra economica”.
Da notare che rispetto al numero di migranti, sono più numerosi gli italiani che emigrano all’estero, soprattutto giovani tra i 25 e i 34 anni: un milione e mezzo in questi dieci anni hanno scelto di andare altrove.
“E oggi – conclude don Perego – anche i pensionati scelgono di andare altrove, in Tunisia, in Portogallo, per vivere meglio con la pensione che hanno, che in Italia tante volte non permette una vita dignitosa”.
NELLA TRASMISSIONE “PUNTO E A CAPO” SU CR1 L’INTERVISTA COMPLETA A MONS. PEREGO