Cronaca

Violenza e botte sulla moglie
per 20 anni, uomo a processo

20 anni di maltrattamenti, ingiurie, litigate furiose che spesso sfociavano in percosse: una storia di ordinaria violenza, quella raccontata al giudice da una donna di 38 anni, nell’ambito del processo che vede imputato il marito, difeso dall’avvocato Simona Bozzuffi. I due si erano sposati nel 2005, quando lei era appena diciottenne. Ma le cose erano apparse fin da subito difficili. Così come lo è stato per lei, che nell’estate 2024 si è decisa a presentare denuncia, ricostruire i fatti.

Secondo il racconto della vittima, l’uomo aveva il vizio di bere, quotidianamente, cosa che lo portava talvolta ad alterarsi e a gridare, con condotte che in certi giorni sfociavano in pugni, schiaffi, capelli tirati, spintoni. Le violenze fisiche e verbali erano frequenti, poi ogni volta lui si scusava, e prometteva di non farlo più. E lei stringeva i denti, per tenere unita la famiglia, per non creare problemi.

Secondo la ricostruzione fatta dalla vittima, assistita dall’avvocato Valentina Cenedella, del Foro di Brescia, in una circostanza lui l’avrebbe addirittura picchiata con il bastone. La donna aveva già fatto una prima denuncia nel 2007, ma l’aveva poi ritirata. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati un paio di episodi, gli ultimi due. Nel primo, verificatosi in luglio, l’uomo l’aveva picchiata, facendola rifugiare in bagno, da cui lei aveva chiamato i Carabinieri.

Un mese dopo, in agosto, una nuova esplosione di violenza, causata, secondo il racconto della vittima, da una sua domanda. “Gli ho chiesto per quale motivo fosse rientrato prima dal lavoro” ha spiegato la donna. “Lui ha iniziato a picchiarmi, mi ha tirato i capelli e mi ha buttato a terra, dicendomi che non devo fargli certe domande”. Anche in quest’ultimo caso la donna era andata dai Carabinieri. Eppure sarebbe stata pronta a ritirare di nuovo la denuncia, se non avesse scoperto che il marito aveva un’amante. Quello era stato il punto di non ritorno.

Al banco dei testimoni si è presentato anche il figlio, da poco maggiorenne. “Mio padre era un’alcolizzato. Beveva whisky, insultava mia madre, e alzava spesso le mani su di lei” ha raccontato. “La spingeva, la prendeva a schiaffi. Poi si giustificava, chiedeva scusa. Da quando ho scoperto che ha l’amante, lo odio”.

Il processo è stato rinviato al 12 settembre, quando dovrà essere ascoltata, tra gli altri, anche la madre della vittima.

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