Aggressione autista, Aftab Ahmed:
"Fondamentale rispetto leggi"
Sull'episodio è intervenuta anche Silvia Sardone, eurodeputata della Lega: "Siamo al delirio totale"

Sull’aggressione all’autista di un autobus di linea da parte di due ragazze musulmane, dopo aver aggredito una coetanea perché stava mangiando un panino sull’autobus durante il Ramadan, interviene Aftab Ahmed, presidente degli Immigrati Cittadini Cremona. “Questo episodio è profondamente deplorevole e va contro i principi dell’Islam, oltre che contro le leggi e i valori della società italiana” sottolinea.

“L’Islam Insegna il Rispetto, Non l’Imposizione. L’Islam promuove la tolleranza, il rispetto e la convivenza pacifica. Il Ramadan, in particolare, non è solo un mese di digiuno, ma un periodo di purificazione interiore, autocontrollo e solidarietà. Digiunare non significa semplicemente astenersi dal cibo e dall’acqua, ma anche dall’intolleranza, dall’arroganza e dall’aggressività. Nessuno ha il diritto di imporre le proprie pratiche religiose agli altri, tanto meno con la forza.
Un esempio emblematico di questo principio ci viene da Imam Khomeini. Durante il suo esilio in Francia, fu invitato a cena da alcuni connazionali. Quando gli fu servita la carne, chiese se fosse halal. Gli ospiti risposero con orgoglio che avevano comprato l’animale e lo avevano macellato personalmente a casa. Tuttavia, Imam Khomeini rifiutò di mangiarla, spiegando che la macellazione domestica era vietata dalla legge francese. Secondo lui, un cibo non può essere considerato halal se ottenuto violando la legge dello Stato in cui si vive. Per lui, rispettare le leggi del Paese ospitante era un dovere morale e religioso superiore alla macellazione rituale.
Questo episodio ci insegna un principio fondamentale: rispettare le leggi e i valori del Paese in cui si vive è essenziale. La convivenza civile si basa sul rispetto reciproco, e vivere in un Paese significa accettarne le regole e le norme sociali.
L’Italia è una democrazia che garantisce la libertà religiosa, ma questa libertà non significa imporre le proprie credenze agli altri. Tutti hanno il diritto di seguire la propria fede, ma devono farlo nel rispetto delle leggi e della libertà altrui. Che sia il Ramadan o qualsiasi altra occasione religiosa, dobbiamo dimostrare attraverso le nostre azioni che la nostra fede insegna tolleranza, rispetto e convivenza pacifica.
È fondamentale educare i giovani musulmani al rispetto delle leggi e delle tradizioni del Paese in cui vivono. Una società civile si basa sulla convivenza armoniosa tra culture e religioni diverse. Se vogliamo che gli altri rispettino il nostro credo, dobbiamo essere i primi a rispettare le loro libertà e il loro modo di vivere.
Il Ramadan è un’occasione per la crescita spirituale e il miglioramento personale. Il suo vero significato risiede nella pazienza, nell’umiltà e nella compassione. Chiunque usi il Ramadan come pretesto per imporre restrizioni agli altri o per giustificare comportamenti aggressivi ha frainteso la sua essenza.
Dobbiamo ricordare che la nostra fede ci insegna a vivere con dignità e rispetto, non con intolleranza e imposizione. Il miglior modo per rappresentare l’Islam in un Paese come l’Italia è attraverso il buon esempio, il rispetto delle regole e un comportamento che ispiri fiducia e comprensione.
I musulmani che vivono in Italia devono rispettare le leggi del Paese e comportarsi da cittadini responsabili. Ogni violazione delle norme non danneggia solo il singolo, ma compromette l’immagine dell’intera comunità musulmana. Se vogliamo essere rispettati, dobbiamo prima di tutto rispettare gli altri e il contesto in cui viviamo. Questo è il vero insegnamento dell’Islam, e questa è la chiave per una convivenza pacifica e armoniosa”.
Sull’episodio è intervenuta anche Silvia Sardone, eurodeputata della Lega:
“La vicenda che arriva da Cremona”, si legge in una nota, “è emblematica di ciò che è l’islam più radicale: violenza e sopraffazione nei confronti di chi non è musulmano. Persino mangiare un panino sul pullman diventa occasione per essere picchiati, come successo a una ragazza italiana, apostrofata anche come “p…”, per mano di due straniere. Anche l’autista, intervenuto per sedare la lite, è stato malmenato ed è finito in pronto soccorso. Siamo al delirio totale.
Eppure c’è ancora qualcuno, a sinistra, che continua a piegarsi dinnanzi all’islamizzazione crescente, chiudendo scuole per Ramadan, adattando i menù delle mense per compiacere le varie comunità musulmane e addirittura concedendo il niqab a lezione. Dopo Pioltello e Monfalcone, ecco Cremona: quale sarà la prossima tappa di questa escalation di soprusi?”.