Politica

Emergenza carcere, radicali:
"Serve una riflessione vera"

Cresce la preoccupazione per il carcere di Cremona, sempre più al centro di episodi di violenza. A intervenire è l’associazione Radicale Fabiano Antoniani, che fa il punto della situazione: “Di settimana in settimana la situazione in Casa Circondariale Ca’ del Ferro diventa sempre più complessa: al suicidio di un detenuto settimana scorsa (il tredicesimo da inizio anno cui si è aggiunta, a pochi giorni di distanza, una donna detenuta uccisasi nel carcere di Mantova) e alle condizioni critiche di sovraffollamento spesse volte denunciate, si è aggiunta l’aggressione a un agente di polizia penitenziaria nel pieno del servizio” commentano Nancy Pederzani, Vittoria Loffi e Vittorio Mascarini, rispettivamente presidente, segretario e tesoriere dell’associazione .

“Episodi ravvicinati che vanno a segnalare il raggiungimento di un vero e proprio limite che sta mettendo a dura prova la salute psicofisica di chiunque viva la struttura detentiva quotidianamente, dal personale ai detenuti.

Come Associazione Radicale Fabiano Antoniani ci teniamo a manifestare solidarietà all’agente aggredito, oltre che complessivamente al Personale di Polizia Penitenziaria di stanza presso la Casa Circondariale, con cui ci confrontiamo ad ogni nostra visita ispettiva”.

Tuttavia, l’associazione prende le distanze da quanto affermato dal Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Ventura, “che auspica l’adozione di “strumenti adeguati alla gestione di detenuti violenti” oltre che l’isolamento in strutture terze. Ci teniamo a ricordare al Consigliere che il compito primario e costituzionale dello Stato – e a cui non assolve ormai da tempo – è quello della rieducazione e risocializzazione del reo” commentano i radicali.

“Attività impossibili quando le voci di spesa destinate al personale e al trattamento sono sempre esigue. Ricordiamo infatti, al Consigliere Ventura, che in ottobre, è stato firmatario di un Odg in Regione Lombardia che impegna la giunta regionale a sollecitare il governo a stanziare più risorse sulle strutture e sul personale. A questo impegno, non è ancora stata data risposta.

E ricordiamo inoltre, che proprio tra le premesse dell’Odg si menzionava l’importanza dell’Art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo in quanto proibisce ogni forma di tortura, trattamento o pena disumana o degradante in special modo per coloro che sono privati della libertà e soggetti a una autorità – definizione che non sembra sposarsi bene con le aspirazioni unicamente punitive di oggi.

In un contesto politico sempre più pronto ad interpretare il carcere come luogo di abbandono, com’è possibile agire – anche a fronte di una continua carenza di personale, tanto penitenziario, quanto educativo – affinché si allontani il detenuto dalla violenza?

Quello che succede nella Casa Circondariale di Cremona è esemplificativo di una situazione critica che caratterizza le carceri di tutto il paese e che vede tanto detenuti, quanto Polizia Penitenziaria protagonisti di richieste di una riflessione vera, profonda e urgente sul carcere. Riflessione che manca al di là delle aspirazioni puramente punitive”.

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