Giovani, ordine del giorno di
Ceraso: "Servono spazi aggregativi"

“Ricostituire degli spazi aggregativi di prossimità per i minori tra i 10 e i 17 anni quali presidi territoriali con una duplice funzione educativa e aggregativa in favore degli adolescenti con lo scopo di offrire, in contesti delimitati e polivalenti, un’ampia gamma di opportunità formative e socializzanti, anche in un’ottica di prevenzione del disagio giovanile, promuovendo il protagonismo e la partecipazione attiva dei ragazzi e delle ragazze, lo scambio tra pari e il coinvolgimento della comunità educante”: questa la richiesta del consigliere comunale Maria Vittoria Ceraso, che ha presentato in consiglio un ordine del giorno sul tema.
“Sul tema sicurezza, tra le linee di intervento previste dall’ordine del giorno presentato dal Consigliere Simi, e votato all’unanimità dal Consiglio Comunale lo scorso dicembre c’era anche l’individuazione di progettualità di prevenzione e educazione a favore delle fasce più giovani della comunità cittadina per combattere il fenomeno del disagio giovanile” evidenzia la consigliera.
“Se è pur vero che il Comune di Cremona è da tempo impegnato nella promozione di interventi e azioni in ambito educativo è necessario considerare che le politiche dei prossimi anni dovranno rispondere alle sfide e alle nuove richieste che emergono come conseguenza della pandemia, della guerra e della crisi energetica ed economico-finanziaria, che hanno messo a dura prova le abitudini e gli stili di vita degli adolescenti e che rischiano di acuire le differenze sociali e i fenomeni di povertà educativa.
Per rispondere a queste richieste e nuove sfide la proposta oggetto dell’ordine del giorno è quella di adottare il “Piano Adolescenti” inteso come atto strategico della Città al fine di rilanciare una riflessione complessiva sugli adolescenti e definire linee di indirizzo per tradurre l’impegno della Giunta in iniziative concrete e coordinate pensate per, e soprattutto con, le ragazze e i ragazzi.
A tal fine è necessario promuovere un “patto educativo” tra tutti i soggetti che si occupano di adolescenti fondato su tre priorità: dialogo, cittadinanza attiva e cura dei ragazzi. Inoltre una seria pianificazione del lavoro da svolgere non può prescindere da una preliminare analisi dei principali dati relativi al mondo adolescente in città. Pertanto è necessaria una mappatura dell’offerta esistente per la fascia d’età adolescenziale, con l’obiettivo di evitare duplicazioni di progetti e per mettere in relazione enti e persone che, in ambiti diversi, lavorano i ragazze.
Altro tema fondamentale è quello della mancanza di luoghi di aggregazione. Gli spazi per gli adolescenti, inizialmente sostenuti con i fondi per il contrasto della criminalità giovanile e della prevenzione nell’uso di droghe finanziati dalla legge 285/97 si sono drasticamente ridotti a livello nazionale passando da 530 nel 2000 ad appena 40 nel 2017, a dimostrazione che le difficoltà di finanziamento degli stessi ne hanno determinato la chiusura non solo a Cremona per colpa dell’Amministrazione Perri, come spesso rinfacciato dall’attuale maggioranza. Oggi però torna ad essere urgente, dopo la pandemia, la ricerca di nuovi modi e tempi di socializzazione degli adolescenti.
L’indagine annuale di Istat sulla vita quotidiana mostra come nel corso degli anni la quota di bambini e ragazzi che, nel tempo libero, vedono ogni giorno i propri amici è drasticamente diminuita: il 70% dei preadolescenti per esempio (11-14 anni) nel 2005 vedeva i propri amici con frequenza quotidiana, mentre oggi siamo appena al 34,3%. Sono cambiate le abitudini, è arrivato il digitale, ma il bisogno di socialità e di aggregazione resta lo stesso: è un bisogno evolutivo proprio della preadolescenza e della adolescenza. Condivisione e aggregazione costituiscono uno degli aspetti fondamentali della crescita, ma hanno bisogno di luoghi in cui accadere.
Proprio per questo chiedo a questa Amministrazione, che ha sempre rivendicato la strategicità dei centri di aggregazione giovanile, di ricostituire degli spazi aggregativi di prossimità per i minori tra i 10 e i 17 anni quali presidi territoriali con una duplice funzione educativa e aggregativa in favore degli adolescenti con lo scopo di offrire, in contesti delimitati e polivalenti, un’ampia gamma di opportunità formative e socializzanti, anche in un’ottica di prevenzione del disagio giovanile, promuovendo il protagonismo e la partecipazione attiva dei ragazzi e delle ragazze, lo scambio tra pari e il coinvolgimento della comunità educante” conclude Ceraso.