Mario Ghizzardi
in mostra all'Adafa

Il programma espositivo dell’Adafa presenta una mostra interamente dedicata all’arte astratto-informale con la personale di Mario Ghizzardi. L’esposizione, dal titolo Parola al colore, si apre domenica, 16 marzo, alle 17,30 a Casa Sperlari (Via Palestro 32) con l’introduzione di Fulvio Stumpo e Giusy Asnicar.
“Per me, pittore, fare arte significa dare voce alle emozioni attraverso il colore e il gesto che le fissa alla tela” spiega. Nato a Sabbioneta, torna a dipingere dopo una intensa vita lavorativa e una triennale a Milano nel 1978. Riparte dal colore e dalle emozioni che esso suscita. Inserito nell’Atlante dell’arte Contemporanea edito De Agostini e nel Catalogo dell’arte Moderna, è presente nel catalogo Mondadori store e nel catalogo Sartori.
Ha esposto a Roma, alla Galleria il Collezionista, e tenuto diverse personali in luoghi prestigiosi a Modena, Brescia, Vicenza e Mantova. Innumerevoli le collettive nelle principali città Italiane ed estere. Recentemente ha tenuto una personale presso il Palazzo della cancelleria Vaticana.
“La sperimentazione è una pratica che conduce l’artista a non soffermarsi sui risultati ottenuti, seppure positivi” spiega il curatore, Simone Fappanni nel catalogo che accompagna la rassegna. “Di essi egli ne fa tesoro per ampliare il proprio percorso, sempre in divenire. Il suo obiettivo non è dunque la conquista di qualcosa o la realizzazione di una determinata opera in grado di potere essere definitiva, assoluta. Il suo cammino è, invece, il continuo cercare, dentro se stesso, qualcosa che gli permetta di spingersi oltre ciò che ha fatto.
La ricerca diventa, in questo modo, la linfa vitale della sperimentazione. Senza di essa il cammino si interrompe o si fossilizza entro schemi che si ripetono pressoché identici. Un’energia vitale caratterizza l’arte di Ghizzardi. Una forza espressiva che nella propria scelta radicale, quella dell’abbandono di forme iconiche riconoscibili, non muove nel segno di una avulsa quanto impenetrabile cripticità. struttura mediante una fitta serie di pigmenti che, assieme alla gocciolatura tipica del dripping pollockiano, chiama direttamente in causa il divenire.
In questo modo Mario conduce il fruitore direttamente al centro dell’esserci nel mondo, per usare un termine caro al filosofo Martin Heidegger, cercando cioè quella dimensione profonda del vivere che si ha soltanto assaporando la vita nel profondo. Ed è dunque questo messaggio positivo e propositivo che ammanta tutta la produzione astratto-infornale del pittore di Sabbioneta, che sa abilmente articolare un linguaggio espressivo coinvolgente ed appassionante in ogni suo pezzo” conclude Fappanni. La rassegna è visitabile gratuitamente, fino al 27 marzo, da martedì a domenica dalle 17,00 alle 19,00.