Cronaca

Aggressioni operatori sanitari in
crescita, nuove misure da Regione

Procedibilità d’ufficio per reati di violenza contro gli operatori sanitari, installazione di pulsanti anti-aggressione nei Pronto Soccorso, sperimentazione di appositi smartwatch, body cam in dotazione agli operatori di Areu e potenziamento della videosorveglianza.

Queste alcune tra le misure adottate da Regione Lombardia per contrastare le aggressioni agli operatori sanitari, illustrate in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sugli operatori sanitari, dagli assessori regionali Guido Bertolaso (Welfare) e Romano La Russa (Sicurezza e Protezione civile).

“Le aggressioni a medici, infermieri, operatori sociosanitari e volontari sono intollerabili” ha detto Bertolaso. “Regione Lombardia, oggi come in qualsiasi altro giorno, ribadisce totale vicinanza a chi dedica la propria vita a curare il prossimo e salvare vite umane su tutto il territorio. Abbiamo predisposto un pacchetto di interventi che implementeremo sia per chi lavora in ospedale, che per chi è impegnato sul territorio, al fine di contrastare con fermezza questo fenomeno. Ritengo poi necessario applicare lo scudo penale anche agli operatori sanitari, al fine di tutelarli e garantirli ulteriormente”.

“Siamo quotidianamente in prima linea, impegnati a supportare gli operatori sanitari, a cui ribadiamo il nostro sincera ringraziamento per il loro impegno quotidiano” ha sottolineato La Russa. “È inconcepibile e impensabile che ci sia chi aggredisce le persone impegnate a curare e assistere i cittadini. Sappiamo che spesso sono costretti a lavorare in condizioni estreme e continueremo ad adoperarci con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per migliorare la situazione”.

Anche per questo è stato” approvato un documento di indirizzo per la prevenzione e la gestione degli episodi di violenza” continua La Russa. “Ad oggi sono già state distribuite circa 400 bodycam per gli operatori dei mezzi di soccorso sanitario a cominciare dai mezzi avanzati di Areu e altre saranno distribuite nei prossimi mesi. C’è ancora molto da fare – ha concluso – e ci saranno anche altre misure molto importanti su cui stiamo lavorando insieme al Ministero dell’Interno, per cui andiamo avanti con grande convinzione per tutelare i nostri operatori”.

AGGRESSIONI AL PERSONALE SANITARIO IN LOMBARDIA NEL 2024, I DATI

Secondo i dati elaborati dall’Agenzia di Controllo del Sistema Sociosanitario Lombardo (Acss), si registra un incremento del 17,7% nel numero di aggressioni segnalate rispetto al 2023, con un totale di 5.690 episodi denunciati solo negli enti pubblici. Tale aumento è influenzato anche dalla maggiore sensibilità sul tema e dalla maggiore tendenza a segnalare gli episodi.

Gli infermieri continuano a essere la categoria più colpita dalle aggressioni, con oltre il 60% degli episodi, seguiti dai medici e da altre qualifiche professionali. L’aumento dei casi è in parte attribuibile a una maggiore sensibilizzazione sul tema e a un incremento delle segnalazioni.

La violenza fisica rappresenta il 25,3% delle aggressioni, mentre la forma più comune rimane quella verbale (74,7%). Gli aggressori sono prevalentemente utenti (67,8%) e parenti dei pazienti (25,6%). Le aggressioni si verificano principalmente nei giorni feriali e nella fascia oraria pomeridiana, quando il numero di accessi è più elevato.

A livello di contesto, le aree di degenza risultano essere i luoghi più a rischio (+1,4 punti percentuali rispetto al 2023), seguite dai pronto soccorso, dalle aree comuni e dagli ambulatori. Un dato significativo riguarda anche il servizio di emergenza-urgenza territoriale (Areu), dove le aggressioni fisiche e verbali risultano quasi equivalenti.

LE REAZIONI DELLA POLITICA

Anche la politica è intervenuta nel dibattito. A partire dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Ventura, che esprime “la totale vicinanza e solidarietà a medici, sanitari, operatori dell’emergenza-urgenza, per le continue e drammatiche aggressioni. Ma le parole non servono. Per questo, abbiamo varato come Regione, ed in particolare su proposta di Fratelli d’Italia, misure ed azioni concrete a loro tutela, per luoghi di lavoro più sicuri, presidiati e dotati di strumenti atti a prevenire e contrastare episodi di violenze nei loro confronti”.

Non mancano, tuttavia, le voci critiche, come quella di Matteo Piloni, consigliere regionale Dem. “È una vergogna che anche quest’anno, come ogni anno, anziché dare atto alle Asst alle organizzazioni sindacali e, mi si permetta, anche al Consiglio regionale che ha approvato una legge apposita, la giunta regionale, e soprattutto l’assessore La Russa, usi la giornata della sicurezza degli operatori sanitari per farsi la propria propaganda elettorale.

È una cosa che fa rabbia, perché intanto, sempre più spesso, medici e infermieri rischiano e prendono botte e insulti. Se ci sono stati dei risultati nell’implementazione delle misure a difesa degli operatori, e ci sono stati, è merito del tavolo tecnico, previsto dalla legge regionale entrata in vigore nel 2021, in cui le aziende, i sindacati e la direzione generale welfare alla luce delle criticità definiscono il documento di indirizzo sulla prevenzione e gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Documento che la Giunta è obbligata ad applicare. Non riconoscere e non valorizzare il lavoro che viene fatto dalle aziende e dai sindacati in quell’organismo è grave perché, oltre tutto, fa sentire isolati i professionisti”.

“Medici e infermieri, soprattutto dalla pandemia in poi, sono meno sicuri, più esposti ad atti di intemperanza e addirittura ad aggressioni che ogni anno aumentano” continua Piloni. “Purtroppo questi atteggiamenti derivano anche dalla crescente sfiducia e dal diffondersi di pregiudizi verso la medicina, che le posizioni e le scelte di alcune forze politiche, come Fratelli d’Italia e Lega, hanno agevolato. Aver cancellato le multe ai NoVax e non avere ancora pubblicato il piano pandemico, solo perché tra le misure previste, come dice la scienza, c’è anche il lockdown, sono scelte del governo Meloni che contribuiscono a minare la fiducia nella scienza e quindi nella medicina.

Poi c’è la carenza di personale, dovuta anche alla mancata valorizzazione delle professionalità con opportunità economiche e di carriera, che mette a rischio l’efficienza della sanità e quindi genera insofferenza da parte degli utenti. In Lombardia, tuttavia, alcuni passi sono stati fatti, soprattutto grazie alla legge che abbiamo approvato. Ora, finalmente, grazie al lavoro del tavolo tecnico, si sta diffondendo nei pronto soccorso il tasto per la chiamata diretta alle forze dell’ordine e si stanno istruendo i corsi per gli operatori per imparare a riconoscere i segnali che possono portare all’escalation di violenza e a sapere come comportarsi per sedarli.

C’è anche, finalmente, un monitoraggio puntuale, sempre perché previsto dalla legge, che permette di individuare i luoghi con maggiori criticità. Siamo agli inizi di un percorso, iniziato con un po’ troppa lentezza ma ora avviato. La Regione applichi la legge e, soprattutto, la destra non usi anche la violenza sui sanitari per fare propaganda. E se ci sono tre milioni di euro per la videosorveglianza, si usino immediatamente senza perdere tempo” conclude Piloni.

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