La Via Crucis di Liszt: musica,
arte e fede con il Polifonico
Un appuntamento di grande musica ha segnato un attento percorso tra arte e fede, trasformandosi in un evento di straordinaria forza evocativa.
Protagonista nella chiesa di Sant’Agata è stato il Coro Polifonico Cremonese, diretto dal maestro Federico Mantovani, con il tradizionale concerto per il tempo pasquale, anticipato quest’anno al periodo quaresimale per via del particolare programma musicale.
Al centro della serata, la Via Crucis di Franz Liszt, interpretata dal Polifonico insieme al baritono Davide Rocca e all’organista Marco Granata.
Composta tra il 1878 e il 1879 tra Roma e Budapest, quattordici anni dopo che il compositore ungherese aveva preso gli ordini minori, la partitura di Liszt si presenta come un polittico di formidabile intensità drammatica, rivestito di audaci combinazioni armoniche e caratterizzato da un’interessante eterogeneità stilistica.
Liszt avvolge le 14 stazioni con una scrittura di scabra semplicità ieratica, ispirandole a una sorta di oratorio in formato ridotto, a carattere narrativo. Fondamentale l’apporto espressivo dell’organo, chiamato a ricoprire un ruolo ora di accompagnamento quasi orchestrale – con potenti perorazioni accordali che percorrono l’intera partitura – ora di sfumata evocazione poetica, soprattutto negli interludi strumentali, veri e propri commenti in musica al dramma del Cristo crocifisso.
Le stazioni della Via Crucis sono state scandite dalla lettura di testi di don Primo Mazzolari, affidata alla voce dell’attore Alberto Branca: parole di profetica intensità e fervore, religioso e umano, che accompagnano e interpretano i momenti della Passione.
Nella seconda parte del concerto sono stati eseguiti brani di Bach e dello stesso Liszt.
A rendere ancora più particolare la serata è stata la proiezione, durante le diverse sezioni del concerto, di immagini sacre selezionate da don Gianluca Gaiardi, direttore del Museo Diocesano. Le opere, provenienti dalla Cattedrale, dal Museo stesso e dalla chiesa di Sant’Agata, comprendevano pitture e raffinati oggetti di artigianato religioso, offrendo un ulteriore livello di suggestione e raccoglimento.