Politica

Dazi Usa, il dibattito
accende la politica

Il dibattito sul tema dei Dazi si accende anche a livello locale e regionale, dopo il voto con cui il Consiglio regionale ha respinto l’ordine del giorno proposto dai democratici che chiedeva di utilizzare 180 milioni di euro in pancia a Finlombarda, che sono una quota consistente dei 515 milioni di euro accantonati e tutt’ora inutilizzati, per sostenere le imprese colpite dalle restrizioni commerciali nordamericane

“Il Capogruppo Garavaglia ha giustamente ricordato come la Lombardia sia un pilastro dell’export nazionale e abbia tutto l’interesse a sostenere un approccio diplomatico e pragmatico. È in quest’ottica che vanno lette anche le parole della Presidente Meloni: ‘Uno scontro non conviene a nessuno: Stati Uniti ed Europa sono economie complementari. Il dialogo è la strada che intendo percorrere e suggerire’” evidenzia Marcello Ventura, consigliere regionale Fdi.

“Un’impostazione che punta a rafforzare il legame transatlantico e a tutelare le nostre filiere produttive. Quello che lascia perplessi, invece, è l’atteggiamento ipocrita della sinistra, pronta a gridare contro i dazi oggi, ma silenziosa quando l’amministrazione Biden introduceva decine di restrizioni commerciali. È la solita doppia morale della sinistra: nessuna proposta, solo propaganda”.

Infine, il consigliere di Fdi ha ribadito l’impegno concreto della Regione Lombardia: “Oggi, con l’ordine del giorno della maggioranza approvato in Consiglio regionale, mettiamo nero su bianco il nostro sostegno al Governo Meloni e a tutte le misure necessarie per difendere il nostro tessuto produttivo. Noi stiamo con chi lavora, non con chi fa polemica”.

“Il tema dei dazi deve essere un’occasione per l’Ue per ragione su come tutelare la nostra economia, l’occupazione e riscrivere le regole del commercio globale che ha portato, negli ultimi decenni, a una totale invasione di prodotti cinesi e del Sud Est asiatico che hanno messo in seria crisi le nostre imprese con la concorrenza sleale, ponendo in circolazione prodotti dai prezzi decisamente più bassi a causa della mancanza di regole sociali, sanitarie e fiscali, compresa l’assenza di controlli sui diritti dei lavoratori e la tutela dell’ambiente” aggiunge Riccardo Vitari, consigliere regionale della Lega.

“La Lega, come alternativa ai dazi Usa, sostiene il dialogo diplomatico e l’eventualmente sottoscrizione di accordi commerciali in sede Ue-Usa o in sede bilaterale Ita-Usa per riequilibrare le eventuali situazioni sfruttando lo stato positivo dei rapporti politici e diplomatici fra Usa e Italia. Bene, quindi, l’approvazione dell’ordine del giorno promosso dal centrodestra che impegna la giunta lombarda a sostenere il Governo nei negoziati con gli Usa a tutela dell’economica lombarda e italiana”.

“I dazi di Trump non sono solo una minaccia, sono una certezza, perché ha fatto danni anche il solo averli annunciati e poi averli sospesi” sottolinea Matteo Piloni, consigliere regionale Pd. “Ma ci sono diversi prodotti italiani, penso all’agroalimentare, che sono già oggetto di dazi. Eppure, la giunta di centrodestra continua a sottovalutare il problema.

Quattordicimila miliardi di euro sono stati bruciati dalle borse nelle scorse settimane, e ci sono quattordici miliardi di euro di export verso gli Stati Uniti dalla Lombardia che sono a rischio. E nel frattempo abbiamo imprese in preda alla completa incertezza perché non sanno cosa succederà domattina. E per un’impresa essere bloccata dall’incertezza è ancor peggio che essere bloccata dalla burocrazia, perché significa non poter programmare gli investimenti”.

Per questo il gruppo consiliare ha “chiesto una seduta straordinaria del Consiglio per mettere al centro questi temi, così impattanti sull’economia lombarda, e per avanzare una serie di proposte, come la messa a disposizione dei 180 milioni di euro che Finlombarda, la finanziaria della Regione, non sta utilizzando per sostenere subito le aziende, e l’istituzione di un tavolo di crisi per prevenire ed affrontare l’impatto sulla nostra economia” continua Piloni. “Il governo spagnolo non è stato a guardare, diversamente da quanto fatto dal governo Meloni. Noi crediamo che questo sia straordinariamente urgente per le nostre imprese, per le famiglie, per i cittadini e per la tenuta sociale dei nostri territori e della nostra regione”.

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