Economia

Cala cassa integrazione, Cremona in
controtendenza rispetto a Lombardia

Nel primo trimestre del 2025 la cassa integrazione in provincia di Cremona si è quasi dimezzata, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A dirlo è il Primo Rapporto Uil 2025 sulla Cassa integrazione, realizzato analizzando i dati Inps, secondo cui si è registrato un calo del 42,5%. Un dato in controtendenza rispetto a quello della Lombardia (+20%) e rispetto a quello della maggior parte delle province lombarde. Unica eccezione, insieme a Cremona, è Mantova (-10%).

Andando ad analizzare i singoli settori, nell’industria il calo è stato del 43,3%, nell’edilizia del 30,5%, mentre è rimasta invariata nel commercio.

Le ore autorizzate nei primi tre mesi dell’anno sono state 322.030, tra ordinaria, straordinaria e in deroga, contro le 560.460 del 2024. A calare maggiormente sono state quelle straordinarie, che hanno registrato un -75,7%. I lavoratori in cassa integrazione, secondo la stima Uil, sono circa 631, contro i 1.099 di un anno fa, ossia 468 in meno.

LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA

A livello regionale, la situazione appare ben diversa: l’analisi dei dati Inps evidenzia un quadro complesso e in chiaroscuro. Se da un lato la crescita delle ore di cassa integrazione autorizzate a livello regionale (+20,3% rispetto al 2024) può riflettere una maggiore capacità di intercettare le difficoltà aziendali tramite gli strumenti ordinari, dall’altro lato pone interrogativi urgenti sulla tenuta del tessuto produttivo.

L’industria rallenta quasi ovunque, a eccezione delle province di Milano, Cremona e Mantova. Crescite rilevanti si rilevano a Monza Brianza (+69,4%), Lodi (+300,4%) e Pavia (+53,2%).

Altro elemento critico riguarda l’elevato numero di lavoratori coinvolti nei processi di integrazione salariale. Si stima che nel primo trimestre 2025 oltre 57.500 lavoratori siano stati interessati dagli ammortizzatori sociali in Lombardia, includendo anche i percettori del Fondo di Solidarietà.

Anche le ore di cassa straordinaria in Lombardia sono aumentate del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una crescita ancora più marcata a livello nazionale (+50%). Preoccupa in particolare il peso crescente delle causali legate alla riorganizzazione aziendale, che, secondo la Uil, sembrano indicare processi più strutturali che temporanei.

Laura Bosio

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...