Cronaca

Verso i referendum: primo quesito
sulla sicurezza sul lavoro

L’8 e il 9 giugno si torna alle urne per votare su cinque referendum su cittadinanza e lavoro, dopo quelli sulla giustizia del 2022 che non hanno raggiunto il quorum. I referendum abrogativi sono stati promossi in particolare la Cgil e dai movimenti civici e, per essere validi, hanno bisogno di raggiungere il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto al voto.

I cinque quesiti referendari intendono modificare alcune norme in materia di cittadinanza, licenziamento e sicurezza sul lavoro. Su CR1 verranno analizzati ad uno ad uno, a partire da quello sulla sicurezza sul lavoro, di cui si è parlato nella puntata di lunedì di “Di primo mattino“, condotto da Simone Bacchetta, con il formatore ed esperto di salute e sicurezza Roberto Vitali.

Con il primo quesito si propone di abrogare alcune norme che, secondo i promotori, limitano la responsabilità delle aziende in materia di prevenzione degli infortuni. L’intento è quello di rafforzare le tutele per i lavoratori, aumentando le misure preventive e le responsabilità dei datori di lavoro.

“In sostanza – sostiene Vitali – il referendum ha un valore sistemico e simbolico: serve a far coincidere norma e prassi, eliminando quelle zone grigie che possono ostacolare la piena applicazione dei diritti in sede giudiziaria. La principale fonte normativa è il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, che stabilisce una serie di obblighi in capo a tutti i soggetti coinvolti nei processi produttivi, inclusi i committenti.”

“Inoltre, – prosegue Vitali – la giurisprudenza della Corte di Cassazione ha più volte ribadito il principio secondo cui il committente può essere chiamato a rispondere dell’infortunio subito da un lavoratore dell’impresa appaltatrice o subappaltatrice, qualora non abbia vigilato adeguatamente sull’osservanza delle misure di sicurezza.”

Le ragioni del No, come spiega sul Sole24ore il professor Arturo Maresca dell’Università la Sapienza di Roma, risiedono nel fatto che viene colpita la norma che contiene un principio molto importante: “È quella norma che esclude la solidarietà tra committente e appaltatore quando si tratta di un appalto conferito a un appaltatore che ha una specifica professionalità e, avendo una specifica professionalità, accollare al committente una solidarietà su un’attività che è stata conferita specificamente a quell’appaltatore non ha senso.”

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