Cronaca

Chiuse in casa il vicino dopo lite,
ma il padre si autoaccusa: "Falso"

Nei confronti dei genitori dell'imputato il giudice ha trasmesso gli atti al pm per valutare la falsa testimonianza

Era finito a processo con l’accusa di sequestro di persona, ma il giudice ha riqualificato il reato in violenza privata, e ha condannato l’imputato ad una pena di 9 mesi, trasmettendo gli atti al pm nei confronti dei genitori per valutare la sussistenza del reato di falsa testimonianza.

L’episodio risale al 18 settembre del 2023. Salvatore, un giovane residente in un condominio di Cremona, era accusato di aver chiuso in casa il vicino dopo una lite. Lo aveva scoperto a fumare in ascensore e tra i due era nata un’accesa discussione, degenerata in una colluttazione durante la quale il giovane aveva spinto il vicino. L’uomo si era rifugiato in casa e il ragazzo lo aveva chiuso dentro. Nella porta, esternamente, c’era la chiave lasciata nella toppa.

Sentito oggi in aula, Salvatore, che era agli arresti domiciliari, ha negato di essere uscito di casa e di aver avuto a che fare con il vicino, che nel frattempo è deceduto. La versione di Salvatore è stata confermata da una vicina, che ha riferito di averlo visto in casa dal suo balcone, anche se ha precisato di non aver guardato per tutto il tempo, e dalla mamma, che sotto giuramento ha dichiarato che il figlio era sempre rimasto in casa con lei.

L’avvocato Nichetti

Il colpo di scena è arrivato con la testimonianza del padre, che ha “scagionato” il figlio, prendendosi la colpa. Al giudice, l’uomo ha dichiarato di essere stato lui ad aver trovato il vicino che fumava in ascensore, di aver avuto la colluttazione sul pianerottolo e di averlo chiuso in casa.

Il vicino era agitato e già c’erano state discussioni con gli altri condomini“, ha sostenuto l’avvocato della difesa Monica Nichetti, che ha ricordato che qualche giorno prima, l’uomo, infastidito dai bambini che giocavano in cortile, li aveva ripresi dal terrazzo brandendo un coltello. “Non stava bene, tanto che quel 18 di settembre era stato portato in pronto soccorso perchè aveva avuto uno scompenso diabetico, probabilmente il motivo per cui era così agitato. Inoltre non era prigioniero in casa, in quanto all’interno dell’abitazione c’erano delle porte finestre dalle quale avrebbe potuto uscire tranquillamente“.

Il legale della difesa ha poi ricordato la testimonianza della vicina che dal balcone aveva visto il suo cliente in casa, e il tempestivo intervento delle forze dell’ordine, che “dopo dodici minuti erano già sul posto”.

Il giudice, però, non ha ritenuto attendibili le dichiarazioni rese dai genitori dell’imputato. Con la trasmissione degli atti al pm, ora entrambi rischiano un processo per falsa testimonianza.

L’avvocato Nichetti ha fatto sapere che farà ricorso in Appello.

Sara Pizzorni

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