Cremona in Minecraft
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Nel settembre del 2020, con un post su facebook, Francesco Hornik, 24 anni, residente nel cremasco, aveva offeso la reputazione dell’allora sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, finendo a processo per diffamazione. Oggi il giudice lo ha condannato a sette mesi, pena sospesa, e a versare come risarcimento una provvisionale di 3.000 euro. Per l’imputato, il pm onorario aveva chiesto una condanna di nove mesi. A processo, la Bonaldi era parte civile attraverso l’avvocato Abdoulaye Mbody, mentre il 24enne era assistito dall’avvocato Silvia Farina.
“Sto pensando al sindaco di Crema che dovrebbe dimettersi da quanto fa schifo a rovinare la vita a dei bambini appena nati“, frase a cui era seguita una serie di minacce di morte, pesanti offese e ingiurie. Il riferimento del post riguarda le cosiddette “famiglie arcobaleno”, con l’allora sindaca di Crema che aveva iscritto all’anagrafe i figli delle coppie gay. “I diritti”, sosteneva la Bonaldi, “valgono per tutti”.
In quel periodo, nel luglio del 2020, la sindaca aveva condiviso sui social uno scatto che la ritraeva insieme ad un bambino subito dopo la registrazione all’anagrafe con cui era stato ufficialmente riconosciuto come figlio delle sue due mamme. “La loro è una delle tante famiglie che non vivono a Crema”, aveva spiegato la sindaca, “ma arrivano nel nostro Comune perchè nelle loro città di residenza non è possibile iscrivere i figli all’anagrafe”.
Per il pm, che ha parlato di “frasi dal contenuto grave”, dopo aver sentito la testimonianza di Alberto Casarotti, dirigente della polizia postale di Cremona, ha sostenuto come prova certa il fatto che il profilo facebook fosse riconducibile all’imputato. “Qui si è travalicato il confine tra critica politica e diffamazione, con espressioni gravemente lesive“, ha detto invece l’avvocato di parte civile. Per il legale della difesa, al contrario, “non è stato accertato che il reale utilizzatore del profilo social fosse il mio assistito“.
Per un altro processo per diffamazione sui social, Hornik era stato invece assolto nell’ottobre del 2024. Era stato accusato di aver diffamato il vigile Augusto Sponchioni, in servizio a Monte Cremasco. In quel caso, non era stata raggiunta la prova che fosse lui l’autore del post.
Sara Pizzorni