Reinserimento sociale detenuti
MobClub in pista coi Radicali

Continua il percorso di visite ispettive organizzate dall’Associazione Radicale Fabiano Antoniani presso la Casa Circondariale di Cremona Ca’ del Ferro al fine di mantenere vivo il confronto con la Direttrice Antonicelli e la Comandante Tognali in missione presso la struttura.
Da tempo ormai le visite cercano di rispondere alla necessità riscontrata dall’Associazione di attivarsi dall’esterno, per riuscire a coltivare una connessione con la cittadinanza e far comprendere al mondo fuori dalla Casa Circondariale che il reinserimento sociale del reo è possibile, seppur reso difficile dalle peculiarità della struttura detentiva.
In occasione della visita, alcuni membri dell’Associazione sono stati accompagnati dal Consigliere Comunale Paolo La Sala e dai ragazzi di MobClub, “inventori” di ApeSì.
“Il tasso di sovraffollamento continua a presentarsi come alto, attestandosi al 140%, per un totale di 540 detenuti ristretti presso Ca’ del Ferro” racconta Vittoria Loffi, segretaria dell’Associazione e Consigliera comunale a Cremona, che continua “nonostante le problematiche poste dai numeri, cui va aggiunto anche il dato per cui il 60% della popolazione detenuta è straniera, la Casa Circondariale risponde con molteplici progettualità, tutte indirizzate verso il reinserimento lavorativo di detenuti in Art. 21 o semiliberi”.
In visita anche il Consigliere comunale Paolo La Sala, che sottolinea come “la casa circondariale di Cremona meriti attenzione. Da tempo si trova ad affrontare problemi diversi: manca il personale, spazi adeguati e risorse sufficienti per lavorare al meglio.
Questo rende tutto più difficile, sia per chi ci lavora che per chi è detenuto”.
“Nonostante queste difficoltà”, prosegue il Consigliere, “voglio ringraziare sinceramente la Direzione e tutto il personale della Polizia Penitenziaria. Ogni giorno, con grande impegno e senso di responsabilità, cercano di garantire ordine, sicurezza e rispetto per le persone, facendo il possibile per offrire un servizio dignitoso”.
“In particolar modo, merita attenzione e riconoscimento, il costante impegno nel fornire percorsi educativi e formativi all’interno della struttura, perché l’educazione e il reinserimento sociale sono fondamentali per dare una seconda possibilità e costruire un futuro diverso” conclude La Sala.
Secondo Luigi Camurri, avvocato e fondatore dell’Associazione Radicale “l’ingresso in carcere di realtà del territorio, soprattutto giovanili e impegnate per contribuire alla dimensione sociale della città è per noi un risultato importante che sta a testimoniare il fatto che una struttura detentiva può e deve interessare i cittadini e coinvolgerli in percorsi riparativi dentro e fuori le mura”.
“Abbiamo avuto il piacere di visitare il carcere per un incontro che ha segnato l’inizio di una collaborazione tra la nostra nuova attività e la struttura carceraria” raccontano, invece, Marco Boldori e Araken Makhlouf di Ape? Sì, in visita insieme all’Associazione.
“Siamo stati colpiti dalla professionalità e dalla dedizione del personale direttivo del carcere, che ha dimostrato un grande interesse e sostegno verso la nostra iniziativa”.
“L’obiettivo comune è quello di promuovere la riabilitazione e la reintegrazione dei detenuti nella società, attraverso progetti di socializzazione e inclusione. Siamo convinti che la sinergia tra la nostra attività e il carcere possa avere un impatto positivo sulla vita dei detenuti e sulla comunità tutta” concludono.