ArtWeek, Palazzo Fodri riscoperto
con gli occhi del contemporaneo
Uno sguardo diverso su palazzo Fodri, gioiello del Rinascimento cremonese che nella prima domenica di CremonaContemporanea / Art Week ha ospitato per la sezione “Faville” le opere di una ventina di giovani artisti emergenti riunite sotto il tema della Giostra, titolo scelto per i lavori inseriti negli spazi della galleria PQV Fine Arts e del cortile interno da Sara Lomboni e Luca Guarino (venerdisabato) con la supervisione di Simeone Crispino, e animati nella giornata di domenica dal performer Matteo Michele Bisaccia.
“Siamo venuti a fare diversi sopralluoghi perché questo palazzo ci ha incantato – spiega Sara, bergamasca, studentessa all’ultimo semestre dell’Accademia di Brera – e una delle cose su cui abbiamo riflettuto di più è la presenza di affreschi che rappresentano scene di battaglie. E così ci siamo interrogati sulle narrazioni delle battaglie e su ciò che viene tralasciato quindi tutti quei dettagli, quei punti di vista un po’ oscurati. Da qui è nata l’idea della Giostra, il titolo della nostra mostra collettiva, intesa come il duello a cavallo con la lancia, ma anche come il carosello del Luna Park”.
Come in un circuito, la mostra tiene insieme opere molto diverse di giovani emergenti, ma anche di artisti di fama come Vedovamazzei, presenti a Cremona Contemporanea anche a Porta Mosa e a Robolotti6. “Abbiamo avuto anche la possibilità di dialogare con opere del passato fornite da Pietro Quattriglia Venneri della galleria PQV. Per noi è stato molto importante dialogare con il palazzo… Le opere sono site specific, quindi pensate apposta per Palazzo Fodri”.
Ad esempio la doppia cupola nell’atrio del palazzo, in cui domina l’azzurro, viene ripresa sotto forma di uno spicchio, un aquilone realizzato da venerdisabato e affisso alla parete al primo piano del loggiato.
Tutti i lavori dialogano con l’architettura, sono pensati per avere un loro senso nello spazio. Nella prima stanza della Galleria PQV campeggia il lavoro di Leonardo Fenu, “Steso senza costume”, una sorta di autoritratto dell’artista sdraiato a prendere il sole, con la differenza che il corpo è una sequela di mollette da bucato in legno agganciate l’una all’altra, a formare una striscia lunga quanto l’altezza dell’artista.
Ma c’è anche la “Freccia del tempo” di Raffaele Cirianni che dialoga con il san Sebastiano nella sua raffigurazione più classica.
Nel cortile, pende una corda con all’estremità un semicono in terracotta: e’ il “Telefono minimo” di Anna Villa, una sorta di telefono senza fili per connettersi alla voce del palazzo, installato di fronte a una delle colonne in marmo con raffigurazioni di volti umani che hanno proprio le orecchie in evidenza. Lo sguardo dello spettatore è così attratto verso questo particolare decorativo “minimo” che potrebbe sfuggire all’osservatore meno attento.
Alcuni lavori dialogano con le luci e le ombre che si proiettano nel cortile a seconda dell’orario della giornata: e così, le ante di Rachele Calisti appoggiate al muro sembrano ondeggiare quando vengono colpite dai raggi del sole, mentre il blocco di marmo di Simone Brambilla (titolo: “Primo sguardo”) rimane nella cava all’oscurità fino al momento in cui viene illuminato dalla luce naturale. Lo sguardo dello spettatore viene così dirottato verso l’alto, dove incontra le decorazioni con scene di battaglia delle vele del tetto che illustrano la Battaglia di Gerusalemme e Giuditta che sta per entrare nella tenda di Oloferne.
Gli allestimenti di CremonaContemporanea Art Week restano visibili per tutta la settimana e fino al prossimo 2 giugno.
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