Colpito con una manganellata in
piazza Roma: è tentato omicidio
Sotto accusa c'è un 24enne indiano, riconosciuto in foto dalla vittima
“Ero ai giardini di piazza Roma seduto su una panchina quando ad un certo punto ho sentito delle urla di tante persone dietro di me. Quando mi sono girato ho preso una manganellata in testa e sono svenuto“. E’ il racconto reso oggi in aula dalla vittima del tentato omicidio commesso la sera del 26 marzo del 2022. Sotto accusa c’è un indiano di 24 anni che sarebbe l’autore della brutale aggressione ai danni di un minorenne marocchino. Il ragazzo, oggi maggiorenne, è parte civile attraverso l’avvocato Cristina Pugnoli, mentre l’imputato è assistito dall’avvocato Stefania Amato.
Quella sera il giovanissimo marocchino era seduto su una panchina dei giardini con una ragazza, mentre poco distante c’erano alcuni amici. Tra loro, anche il fratello. Poi l’arrivo del gruppo e l’esplosione della violenza. Il ragazzo era riuscito a vedere chi lo aveva colpito con il manganello. “Non lo conoscevo”, ha raccontato, “ma era indiano. E nel gruppo c’era un’altra persona che conoscevo”.
Dopo essere svenuto, il minore si era ripreso e si era ritrovato per terra sotto la panchina. Era rimasto solo. “Ho preso la bici ma sono caduto”, ha raccontato. “Ho poi raggiunto il negozio di kebab chiedendo di andare in bagno, ma non hanno voluto, così sono uscito e sono caduto”. Il ragazzo era stato soccorso dal personale del 118 e trasportato d’urgenza in ospedale dove era stato ricoverato nel reparto di rianimazione con un grave trauma cranico.

In aula il pm Federica Cerio ha mostrato al ragazzo alcune foto. Nella numero 6 ha indicato l’imputato. “E’ lui il mio aggressore, “lo riconosco chiaramente”. Secondo quanto emerso in ospedale e anche nel corso delle indagini della polizia, il giovane sarebbe stato colpito anche con un machete. “Il machete non l’ho visto”, ha però sostenuto la vittima. “Dopo quello che ho subito mi dimentico le cose“. Durante l’esame, la difesa gli ha contestato ciò che aveva dichiarato il 13 aprile del 2022 in Questura, e cioè che non era riuscito a vedere nulla perchè era stato colto di sorpresa. Sul movente, il minore ha spiegato di non aver avuto alcuno screzio con quei ragazzi. “Gli screzi con loro li ha avuti mio fratello“.
Ad essere sentito è stato anche uno degli amici presente quella sera, un 24enne marocchino residente in città. “Era un gruppo di ragazzi indiani con machete e bastoni“, ha ricordato. “E’ stata una cosa velocissima. Erano spuntati da parti diverse, volevano circondarci e noi siamo scappati“. Il 24enne era poi tornato a cercare l’amico e l’aveva trovato davanti al negozio di kebab. Qualche giorno dopo, il 3 aprile, il giovane, in compagnia di un amico, si stava recando in stazione quando ha visto un gruppo di ragazzi indiani uscire da un negozio di kebab. “Hanno iniziato a rincorrerci”, ha spiegato il testimone. “Uno di loro l’ho conosciuto, con lui avevo avuto un disguido. Noi siamo fuggiti e loro sono saliti a bordo di una Peugeot azzurra. Erano in cinque e avevano dei braccialetti che si usano per i tirapugni“.
Il giovane ha riferito di essere stato minacciato: ‘Bastardo, ti uccidiamo, ti ammazziamo’. “Uno di loro”, ha detto il 24enne, “l’ho associato a una delle persone presenti la sera del 26 marzo in piazza Roma. Nella foto numero 5 ha riconosciuto il ragazzo indiano che insieme agli altri lo aveva inseguito in stazione.
Altri testimoni saranno sentiti nell’udienza del prossimo 13 ottobre.
Sara Pizzorni