“Una storia Chiara” al PAF
Quando raccontare diventa cura

Protagonista della mattinata del PAF, il libro “Una storia Chiara. Amare di più” di Gianluca Galimberti, padre di Chiara, che ha scelto la scrittura per trasformare l’assenza in memoria viva. L’incontro promosso dall’Area riabilitativa della salute mentale dell’ASST di Cremona nell’ambito del Porte Aperte Festival ha visto la partecipazione di Giulia Cabrini, illustratrice che ha dato forma visiva al racconto, e Mattia Cabrini, regista che lo ha portato in scena a teatro. Con loro, gli educatori, gli utenti, le famiglie e le associazioni che ogni giorno lavorano per restituire dignità, voce, speranza. Un appuntamento delicato e necessario per riflettere, insieme, su ciò che ci rende umani: la capacità di trasformare il dolore, la necessità di esprimersi, il diritto di raccontare come ci si sente.
L’evento si è tenuto nell’ambito del progetto “Happy News”, laboratorio di lettura e ricerca di buone notizie condotto dall’educatore Francesco Casali con il supporto dello psicologo Roberto Pezone, responsabile clinico delle Strutture riabilitative psichiatriche. Un momento di condivisione aperto a utenti, familiari e associazioni – Come Together e Di.Diapsi – per portare alla luce la bellezza nascosta nei piccoli gesti quotidiani.
Moderatrice, Stefania Mattioli, responsabile Comunicazione e Relazioni Esterne di ASST Cremona, che ha toccato corde profonde: “Esprimersi è un diritto, sempre – ha detto –. E ognuno ha il suo modo per farlo. La scrittura, il disegno, il teatro sono linguaggi che aiutano a raccontare l’emozione, a renderla condivisibile, a trovare senso”. Ognuno, con la propria sensibilità, ha contribuito a restituire voce e corpo a Chiara: una ragazza forte e piena di passioni, con la sindrome di Down, capace di abbracciare forte, galleggiare a pancia in su nell’acqua, guardare il cielo e vivere con intensità.
Cristina Coppola