Cronaca

Ozono sopra la soglia limite
Arpa lancia l'allarme

Il caldo inizia a far sentire i propri effetti negativi: si è infatti verificato il primo superamento del 2025 delle concentrazioni dell’ozono. E se i picchi si sono registrati più a nord, in provincia di Varese, la soglia di informazione (180 µg/m3 media oraria) è stata superata anche nel Cremonese, con i 197 µg/m3 registrati nella stazione di rilevamento di Corte dei Cortesi e i 189 di Cremona città.

“La vasta area anticiclonica perdurante sul territorio lombardo, con il forte irraggiamento solare di questi giorni, ha favorito l’incremento dei dati” fa sapere Arpa Lombardia. “È probabile che l’episodio in corso continui ancora per qualche giorno fino al cambio delle condizioni atmosferiche, non previsto prima della giornata di domenica” continua l’agenzia.

Per minimizzare gli effetti di questo inquinante fotochimico sulla salute, specialmente nei soggetti più a rischio come bambini, anziani o persone con problemi respiratori, “è consigliabile evitare il più possibile le attività all’aria aperta nelle ore di maggiore insolazione, generalmente dalle 12 alle 16. Utile anche una dieta ricca di sostanze antiossidanti a base di frutta o verdura di stagione” conclude Arpa.

“La Pianura padana è maglia nera in Europa per inquinamento da ozono e hotspot emissivo di metano, tra i gas all’origine dell’accumulo atmosferico di ozono” commenta Legambiente Lombardia in una nota. “Un inquinamento troppo spesso sottovalutato con picchi importanti soprattutto in estate e su cui è urgente attivare azioni per la riduzione delle concentrazioni delle sostanze che agiscono da precursori di questo inquinamento”.

Tra queste sostanze assume un peso crescente il metano, gas serra le cui concentrazioni sono in forte crescita. “Considerando i dati Ispra degli ultimi 3 anni (2022-2024), la quasi totalità (90%) dei capoluoghi di provincia ha registrato più di 25 superamenti dell’obiettivo di lungo termine (Olt)” sottolinea ancora Legambiente. Per Cremona is uperamenti sono stati 61.

Per quanto riguarda il metano, “in Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto si concentra quasi la metà delle emissioni nazionali di metano” spiega ancora l’associazione. “Un primato riconducibile in gran parte all’elevata densità di capi bovini presenti negli allevamenti intensivi; ma anche dalla coltivazione del riso, le cui emissioni sono concentrate nei mesi estivi, quando nelle risaie, con acqua calda e povera di ossigeno, l’attività metanigena è massima”.

Per Legambiente, come afferma il direttore generale Giorgio Zampetti, “è fondamentale che ogni Paese, a partire dall’Italia, faccia la sua parte per ridurre le emissioni di metano. La strada maestra per affrontare l’inquinamento da ozono richiede una grande collaborazione dei Paesi firmatari del Global Methane Pledge, l’accordo globale che prevede una riduzione del 30% delle emissioni di metano entro il 2030, rispetto ai livelli del 2020″.

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