Cronaca

Caldo torrido, raffica di malori
Come correre ai ripari

L’arrivo del caldo torrido di questi ultimi giorni ha già causato diversi malori tra la cittadinanza, come testimonia il notevole numero di interventi che il 118 ha dovuto mettere in campo. Del resto, si tratta di una situazione di forte disagio per la salute. Possono intervenire malesseri di varia natura, tra cui disidratazione, calo di pressione, crampi, e, in casi più gravi, insolazione, colpo di calore, o peggioramento di condizioni croniche.

Ci sono una serie di sintomi a cui prestare attenzione, tra cui mal di testa, stanchezza e debolezza, vertigini, nausea e vomito, crampi muscolari, irritabilità e confusione, febbre, sudorazione abbondante, sensazione di freddo con pelle calda. Come tutelarsi? Ne abbiamo parlato con Matteo Giorgi Pierfranceschi, direttore della Medicina Interna dell’Asst di Cremona.

“La cosa più importante è quella di adottare uno stile di vita che non esponga il soggetto all’impatto termico” spiega il medico. “Questo significa innanzitutto frequentare ambienti climatizzati e ventilati, evitare di esporsi al sole nelle ore più calde. Da evitare, nelle ore più calde della giornata, anche l’attività fisica pesante, prediligendo la prima mattina o la tarda serata”.

L’acqua è poi fondamentale: “Non bisogna dimenticarsi di mantenere un’adeguata idratazione, evitande bevande zuccherate o alcoliche, perché porterebbero a un peggioramento della disidratazione”.

Inutile dire che le categorie più a rischio sono gli anziani e gli immunodepressi. Anche per questo è importante, nella stagione più calda, ricalibrare le terapie: “Per i soggetti più anziani il consiglio è quello di continuare ad assumere le proprie terapie facendosi consigliare dai medici di medicina generale o degli specialisti che li hanno in carico. Ci sono trattamenti, come alcuni farmaci ipertensivi o i diuretici, che vanno adeguati in base alla stagione e al clima”.

Per contrastare il caldo anche l’abbigliamento è utile: “Nn dimentichiamoci di utilizzare degli indumenti che possano garantire una traspirazione, e con dei colori adeguati qualora ci si debba esporre ai raggi solari” continua Pierfranceschi. “E proprio in caso di esposizione, non bisogna dimenticare la protezione solare, per evitare danni alla cute che possono essere anche molto seri”.

Anche perchè, soprattutto in questo periodo, con il livello di ozono sopra la soglia di informazione, viene meno una parte della naturale protezione rappresentata dagli strati atmosferici: “Manca uno strato che permette di filtrare, in parte, i raggi ultravioletti, e a maggior ragione è necessaria una protezione elevata” conclude il primario.

Laura Bosio

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