Cronaca

Morto suicida Douglas Dall'Asta,
adottato e abbandonato

Ha deciso di farla finita, a 28 anni: Douglas Dall’Asta è morto così, da solo, lasciando un messaggio che chiedere di prendersi cura del suo cane Jack. La sua vicenda umana è quella di un ragazzino, anzi un bambino, che a 9 anni dal Brasile arriva in Italia vivendo quello che per molti bambini del Sud America in stato di estrema povertà può essere un vero e proprio sogno: quello dell’adozione.

Quattro mesi in Brasile con la nuova famiglia adottiva e poi nel 2007 l’arrivo in Italia, a Piadena. Ma è qui che l’adozione diventa per Douglas Dall’Asta, prendendo il cognome dei genitori adottivi, un incubo. Pochi giorni dopo il suo arrivo la famiglia decide di non volerlo più. Come se fosse una sorta di reso: la motivazione sta nell’aggressività del bambino e della sua incompatibilità caratteriale con l’altro figlio (naturale) della coppia. Intervengono Carabinieri e Servizi Sociali: i genitori dicono che Douglas ha minacciato il padre adottivo con un coltello.

Così a 9 anni Douglas Dall’Asta si ritrova da solo, senza un riferimento diretto che a quel punto diventa il comune, tutore legale nella figura del sindaco, all’epoca Ivana Cavazzini. Catapultato in una struttura per minori, a Castiglione delle Stiviere, Douglas rimane lì fino al compimento dei 18 anni, quando per legge può iniziare a badare a se stesso.

In realtà inizia la sua spola tra una comunità e l’altra, la vita in strada, il carcere nel 2016 per piccoli furti, l’incontro con l’avvocato Gianluca Barbiero che si interessa alla sua storia. Dopo una lunga battaglia in tribunale, i genitori adottivi sono stati obbligati a mantenerlo, come previsto da una sentenza del tribunale di Cremona prima e dalla Corte d’Appello di Brescia in seguito.

La sua storia finisce anche in un libro, “Figlio di nessuno” scritto a quattro mani con la giornalista Valentina Reggiani e pubblicato due anni fa, in cui racconta il dolore mai sopito e il trauma dell’abbandono poco dopo la gioia dell’adozione. Domenica Douglas ha deciso di farla finita, nel suo appartamento di Cremona, dove viveva da qualche anno. Portando con sé una storia tragica destinata a fare riflettere tutti.
Giovanni Gardani 

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