Emergenza lame tra i giovani,
serve responsabilità, non ipocrisie
Egregio direttore,
Nel corso del Consiglio comunale di lunedì 30 giugno, sono intervenuto durante la discussione della mozione presentata dalla consigliera Maria Vittoria Ceraso sull’“emergenza lame tra i giovani”. Un tema drammaticamente attuale, che riguarda sempre più da vicino anche Cremona.
I dati nazionali sono preoccupanti: nel 2024, l’11% degli omicidi è stato commesso da minorenni; nel 49% dei casi si è trattato di liti degenerative, spesso con l’uso di armi da taglio. E anche nella nostra città si moltiplicano segnalazioni di giovani – anche minorenni – che girano armati, nei quartieri, in centro o all’uscita da scuola.
Nel mio intervento ho chiesto tre cose chiare e concrete:
più controlli mirati nelle aree sensibili
un monitoraggio trasparente e costante dei reati commessi con armi bianche da parte di minori
un segnale istituzionale forte: a Cremona non è tollerato andare in giro armati
Il mio intervento ha suscitato critiche da alcuni consiglieri della maggioranza, che lo hanno ritenuto discriminatorio. Ma a confermare la fondatezza di quanto ho detto è stato lo stesso assessore alla Sicurezza, Santo Canale, che nel suo intervento ha riconosciuto l’esistenza del problema e ha fatto chiaramente riferimento ad alcune nazionalità particolarmente coinvolte nell’uso del coltello tra i giovani.
Questo non significa fare generalizzazioni, ma prendere atto della realtà. In alcuni contesti familiari e sociali – spesso legati a situazioni complesse o a percorsi migratori recenti – l’arma bianca viene ancora vissuta come strumento di difesa o affermazione personale. È una mentalità inaccettabile, che va contrastata attraverso la cultura del rispetto, l’educazione alla legalità e la presenza costante delle istituzioni.
Chi vive e cresce a Cremona deve rispettare le stesse regole, senza eccezioni.
Senza rispetto delle regole non c’è integrazione, e senza sicurezza non c’è convivenza possibile.
Tocca a noi amministratori avere il coraggio di dire le cose come stanno, senza ipocrisie e senza paura.