Disabilità e progetti sociali:
"I Bambini delle Fate" a Sospiro
Visita ufficiale dei rappresentanti dell'organizzazione no profit "I bambini delle Fate" a Cascina San Marco di Titolo, frazione di Sospiro, che da anni si occupa di dare lavoro a decine di persone con disabilità
Un’attività, uno sguardo al futuro, un’avventura che anno dopo anno continua a crescere e a dare frutto anche nel suo significato più letterale.
Momenti ufficiali negli spazi dell’impresa sociale Cascina San Marco, che nella mattinata di venerdì ha aperto le sue porte ai rappresentanti de “I Bambini delle Fate”, organizzazione no profit che finanzia progetti di inclusione in tutta Italia. Tra questi, anche l’azienda agricola con base operativa a Tidolo, frazione di Sospiro, che da alcuni anni dà lavoro a decine di persone con disabilità.
Nata diversi anni fa come costola della vicina RSA Fondazione Sospiro, oggi produce una ricca varietà di marmellate con piccoli frutti coltivati nei campi immersi nella campagna cremonese.
Veri protagonisti sono però i ragazzi che si occupano, ognuno secondo delle proprie capacità e affiancati da operatori, di ogni passaggio dalla raccolta fino al confezionamento.

“Abbiamo voluto invitare quelli che sono sempre stati i nostri principali sostenitori – ha commentato il presidente di Cascina San Marco Simone Zani – ovvero gli imprenditori del territorio aderenti al circuito dei Bambini delle Fate, un’impresa sociale nota a livello nazionale fondata da Franco Antonello, con la quale abbiamo da anni costruito il nostro progetto. Ci sembra doveroso ogni anno rinnovare loro l’invito, per accoglierli in azienda e dimostrargli quello che, grazie ai loro fondi, realizziamo giorno dopo giorno per i nostri ragazzi, a sostegno del loro miglioramento del processo educativo”.

“Mi piace definire tutto questo ‘avventura’ – afferma in merito Franca Spallarossa, una referente de ‘I bambini delle fate’ in Lombardia in visita insieme al collega Oreste Scanzi in Cascina – perché noi amiamo sempre buttare il cuore oltre l’ostacolo. Il progetto di Sospiro fin da subito ci ha appassionati: siamo entrati in interazione con una realtà che ci garantiva la qualità del progetto, partito come ‘0 – 30 Passi da Gigante‘ e oggi legato ai frutti rossi”.
Una scommessa vinta, quindi, anche se il cammino è ancora lungo le soddisfazioni però ci sono e si vedono.
“Bambini delle Fate è un’esperienza fantastica – spiega Spallarossa – che ha preso avvio nel 2005; dal 2018, è una impresa sociale il cui obiettivo è fare da ponte tra il mondo delle aziende e delle imprese e i progetti, presenti in tutta Italia, sui territori. Lo scopo è quindi finanziare queste iniziative garantendo però la continuità del finanziamento, affinché i singoli progetti possano guardare al futuro con la quasi certezza di potersi sviluppare”.
“Tutto questo – prosegue – è possibile grazie al coinvolgimento delle aziende, di donne e uomini con capacità imprenditoriale e cuore nel sociale, che hanno condiviso nel caso di Sospiro fin da subito questa idea assolutamente innovativa. Il poco di molti con versamenti costanti, regolari e ovviamente l’insegnamento della massima trasparenza”.

“Siamo nati praticamente insieme a loro – aggiunge Zani – e negli anni abbiamo avuto modo di estendere il progetto da un punto di vista strutturale ma anche a riguardo delle attività: noi partiamo dalla coltivazione del piccolo frutto per poi arrivare al prodotto finito, dando origine a quello che è la nostra confettura sociale, costituita da frutta, zucchero ma soprattutto dal terzo elemento ( e il più importante) che è il sacrificio e il lavoro che tutti i giorni i nostri ragazzi portano qua in Cascina San Marco. Nostro obiettivo è di renderli protagonisti di un nuovo progetto di vita, all’interno di una struttura sicuramente professionale da un punto di vista lavorativo”.
“Questa idea – conclude Tiziana Spallarossa – di creare un percorso di lavoro per questi ragazzi, per poterli preparare ad un futuro adulto, è fondamentale. E cosa c’è di meglio che poter lavorare in un contesto naturale bellissimo come questa cascina ristrutturata, lavorare con i ritmi della terra, coltivare, raccogliere i frutti? Il tutto con un percorso assolutamente imprenditoriale“.
Andrea Colla