Cronaca

Allevamento lager tra sporcizia
e malattie: 51enne condannata

Le indagini che avevano portato i carabinieri del Nas a sequestrare due allevamenti nel cremonese, di cui uno abusivo, erano partite dal decesso di un allevatore, morto ad aprile del 2023. L’uomo aveva contratto la leptospirosi e il sospetto era che l’infezione gli fosse stata trasmessa dagli animali con cui viveva a stretto contatto, tenuti in precarie condizioni igienico-sanitarie. Cani, anche di razza, come i Siberian husky, e poi cavalli, ovini e bovini. Centinaia di esemplari.

A processo è finita la moglie, 51 anni, accusata di vari reati, tra cui quello di aver contribuito alla diffusione della leptospirosi. Avendo trasferito 13 cani malati dalla sua azienda di Pieve d’Olmi in un allevamento vicino, all’epoca sotto sequestro, avrebbe provocato la diffusione della malattia, pericolosa per l’economia rurale, forestale e del patrimonio zootecnico, con il contagio di un altro cane e di un cavallo già presenti nell’allevamento in cui erano stati spostati i 13 cani malati.

L’avvocato Aiello

Il giudice, però, l’ha assolta. Non c’erano prove sufficienti, come anche sostenuto dall’avvocato difensore Mimma Aiello, che il trasferimento dei cani nell’altro allevamento e il successivo contagio fossero stati la causa della effettiva diffusione della malattia.

L’imputata è però stata condannata ad un anno e tre mesi, pena sospesa, e a 300 euro di multa, per maltrattamento di animali. Nel suo allevamento deteneva 34 cani, 9 cavalli, 181 ovini e 6 bovini in condizioni di abbandono, incompatibili con la loro natura e in precarie condizioni igienico sanitarie.

Nell’area erano stati rinvenuti grossi cumuli di letame, mentre all’interno del capannone dove erano custoditi alcuni animali, c’era aria irrespirabile a causa del letame che era stato accumulato. Mancava un sistema di ventilazione, e in più erano presenti piccioni liberi e rifiuti plastici ed edili all’interno della recinzione degli animali. L’acqua era vecchia e di colore nero, c’erano carcasse di animali e molteplici ratti.

Il pm onorario Silvia Manfredi

La 51enne è stata anche ritenuta colpevole di aver trasferito nell’altro allevamento i 13 cani affetti da leptospirosi, già sottoposti a vincolo amministrativo per ragioni igienico sanitarie, senza darne comunicazione e senza chiedere l’autorizzazione. Ed è stata condannata per rifiuti illeciti, depositati “in maniera incontrollata” in quell’area: un furgone senza targa un rimorchio di cavalli colmo di rifiuti di vario genere, un trattore agricolo senza targa, un cumulo di letame prossimo ad un colo privo d’acqua, cumulo di materiali inerti, rifiuti plastici di varia natura, alcune batterie al piombo esauste, alcuni pneumatici usati, taniche di plastica, varie tipologie di finimenti e attrezzature ippiche e per allevamento, lattine, bottiglie di vetro e contenitori di plastica di vario genere, lettiere esauste, due congelatori con percolamento di liquidi biologici.

Per l’imputata, il pm onorario Silvia Manfredi aveva chiesto una pena di un anno e sei mesi. Entro 40 giorni il giudice depositerà la motivazione della sentenza.

Sara Pizzorni

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