"Ti spezzo le gambe": minacce al
comandante, barista a processo
Nel novembre del 2020, in piena epoca Covid, le attività avevano cominciato a riaprire dopo il lockdown, anche se era obbligatorio osservare particolari orari di chiusura. I locali e i bar dovevano tirare giù le serrande per le 18. Il 5 novembre a Casalbuttano il titolare di un locale era stato multato per non aver osservato le disposizioni, e se l’era presa con il comandante della polizia locale, il commissario capo Luciano Baccanti, che quel tardo pomeriggio, insieme ad una collega, stava effettuando dei controlli.
“Pappagallo, cretino”, aveva detto in dialetto il commerciante al poliziotto. “Ti spezzo le gambe, se mi fai chiudere ti tiro sotto con la macchina, non sai che io devo lavorare”. L’uomo, 66 anni, è finito a processo per minaccia a pubblico ufficiale. Per l’altra accusa contestata, quella di oltraggio, il commerciante ha già risarcito la vittima e il comando della polizia locale con una somma di 500 euro.
Il processo per minaccia a pubblico ufficiale, invece, è entrato nel vivo oggi con la testimonianza del commissario capo Baccanti. In quei giorni erano in corso servizi per controllare che gli esercenti rispettassero il Dpcm emanato dall’allora Governo Conte il 24 ottobre del 2020. “Fuori dal locale c’erano sette o otto persone, e altrettante all’interno”, ha spiegato il comandante. Baccanti e la collega avevano invitato il barista a chiudere, e poi se n’erano andati.

“Siamo saliti in macchina, e per dargli il tempo di chiudere abbiamo fatto un giro lungo con l’intenzione di tornare a verificare”, ha spiegato il commissario capo. “Dopo un quarto d’ora eravamo davanti al bar che era ancora aperto ed erano ancora presenti delle persone“. A quel punto gli agenti avevano imposto al titolare la chiusura, ma il commerciante si era rifiutato. “Era aggressivo e minaccioso“, ha ricordato Baccanti, che si era preso del “pappagallo” e del “cretino”, oltre alle altre minacce più pesanti. L’imputato era stato denunciato e multato di 500 euro. In aula sono poi stati sentiti due clienti del locale presenti quel pomeriggio. “Ho sentito la voce del titolare che pronunciava delle gran parolacce“, ha ricordato uno di loro.
Per la prossima udienza, fissata al 20 novembre, è previsto l’esame dell’imputato, che al comandante aveva inviato una lettera di scuse. Per quella data sarà pronunciata anche la sentenza.
“Il mio cliente stava chiudendo”, ha spiegato l’avvocato della difesa Cesare Grazioli. “Aveva abbassato le serrande per metà. Attendeva solo che i clienti pagassero ciò che avevano consumato“.
Sara Pizzorni