Un labirinto nel campo di mais:
l'iniziativa a Pieve d'Olmi
Prendi un campo immerso nella campagna cremonese, un percorso tra storia e tradizione, la scoperta del territorio e tanto divertimento per grandi e piccini: il risultato sarà un’esperienza unica nel suo genere.
È un progetto geniale nella sua (apparente) semplicità quello che ha preso forma a Pieve d’Olmi, in località Bardella.
Ideatore, l’agricoltore ed ex Sindaco Attilio Zabert, che con l’aiuto di alcune aziende (e tanti amici) ha trasformato un campo di granoturco in un vero e proprio labirinto.
Un unicum in provincia di Cremona, nato come spesso accade un po’ per caso, come confermato anche dallo stesso Zabert.
“Il labirinto è tante cose insieme – spiega – non è solo un gioco, non è solo un esperimento, è un qualcosa di emozionale: tanta gente che abita nelle nostre zone, infatti, magari nel mais non c’è mai entrata. Il nostro progetto offre la possibilità di fare una passeggiata dentro il granoturco, vedere alcuni cartelli per scoprire le bellezze della nostra provincia, per i bambini di fare un gioco a quiz e trovare poi al centro del labirinto le risposte”.
“A tutto ciò – prosegue – si aggiunge l’occasione di riscoprire il mais anche nella sua attitudine economica: perché viene seminato, perché e in che modo viene utilizzato, il settore nel suo complesso”.

“L’idea – aggiunge poi Zabert – è arrivata andando a vedere un labirinto analogo in Friuli-Venezia Giulia, alcuni anni fa. Ho voluto metterla a terra per tentare di offrire un qualcosa in più a Cremona: la nostra provincia ha bisogno di fare sistema, per crescere e diventare ‘più grande’ di quanto sia oggi”.
Tanti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questa particolare iniziativa. “Personalmente – commenta in merito Zabert – devo ringraziare tutti: dai miei amici, che da settimane sono qui tutte le sere ad aiutarmi, ad allestire, a fare (perché di lavoro c’è stato veramente tantissimo), ma anche a quelle imprese che hanno accolto con entusiasmo questo progetto e si sono prodigati per riuscire a costruire tutto questo. Da solo non ce l’avrei sicuramente fatta”.
“Abbiamo deciso di sostenere il progetto – afferma a tal proposito Nour Luciano Jalil di IT Impresa – perché crediamo nei valori che vuole trasmettere: valorizzare il territorio circostante attraverso attività di coinvolgimento, di spirito di iniziativa e creatività”.
Il progetto si chiama “Edolavi”, nato dalla crasi tra i nomi dei figli di Zabert, Edoardo e Lavinia.
A proposito di note storiche, il disegno ha un’origine particolare: è infatti la “copia” del mosaico del labirinto del minotauro, custodito nel museo archeologico San Lorenzo di Cremona.

All’interno ci saranno poi alcuni percorsi per adulti e bambini, utile anche per scoprire e conoscere le tante bellezze che la provincia di Cremona può offrire sia sotto una luce storico artistica, sia sotto aspetti più legati alla terra e alla coltivazione.
Inaugurazione ufficiale nella serata di venerdì 25 luglio, anche se tanto già bolla in pentola.
“Nel labirinto abbiamo inserito una ventina di località di grande valore artistico sparse sul territorio – aggiunge Zabert – che il visitatore, di Cremona o di fuori, può andare e scoprirle o riscoprirle; dopo l’inaugurazione, tutti i fine settimana ci sarà la possibilità di visita”.
“Faremo poi delle attività extra – prosegue – stiamo valutando di fare il ‘labirinto horror’, quindi un qualcosa di particolare che sicuramente può essere invitante per i giovani, ma non solo; stiamo inoltre pensando di intraprendere iniziative con le scuole a partire da settembre. A queste si andranno ad aggiungere attività più culturali oppure dedicate al settore agricolo, coinvolgendo anche le aziende, le associazioni, le istituzioni”.
“Non dimentichiamoci infatti – conclude – che il labirinto è stato fatto all’interno di un campo di mais: da noi è sicuramente la coltura principe, che fa l’economia del nostro territorio. E anche per questo va valorizzato”.
Andrea Colla