Cronaca

Centropadane: pronto piano
di risanamento, ma è già polemica

La sede di Centropadane in via Colletta

Pronto il Piano di risanamento aziendale di Centropadane Engineering srl, che verrà esaminato nel corso del prossimo consiglio provinciale – in programma mercoledì nel tardo pomeriggio – ma che ancora non verrà approvato. “Abbiamo dato incarico a un esperto di diritto societario per capire se è sostenibile” spiega il presidente, Roberto Mariani. 

Tuttavia, c’è già chi fa polemica: sono i consiglieri di centrodestra – Valeria Patelli, Giovanni Rossoni e Filippo Raglio – a puntare il dito. Il gruppo consiliare, a metà luglio, aveva “depositato un ordine del giorno accompagnato dalla richiesta di poterlo discutere rapidamente”.

Tuttavia, “soltanto ieri mattina, a circa 48 ore dal Consiglio Provinciale già fissato per il 30 luglio, abbiamo ricevuto un corposo Piano di Risanamento aziendale (120 pagine compreso gli allegati) predisposto e approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società”.

Nonostante il poco tempo, i consiglieri hanno analizzato il documento, evidenziandone alcuni passaggi. Ne emerge “la conferma della perdita di € 1.048.000 del bilancio del 2024, perdita che viene ripianata dando fondo alle riserve della società nella misura di 500.000 euro e tramite l’azzeramento del capitale sociale di 500.000 euro precedentemente versato dai soci. Tutti soldi pubblici sprecati”.

Inoltre, per la minorata, “la principale causa della perdita di esercizio, come il nostro gruppo consiliare ha sin da subito denunciato, è da ricondursi alla responsabilità dei soci, con particolare riferimento alla Provincia di Cremona che nel corso del 2024 ha fatto mancare alla società circa € 500.000 di commesse promesse con il budget 2024 approvato dal CdA, dal Comitato di indirizzo e controllo e dall’assemblea dei soci senza riserve.

Anche durante il primo semestre 2025 l’atteggiamento della Provincia di Cremona non è mutato: a fronte di un impegno a conferire incarichi alla società per circa € 700.000 (budget approvato dal nuovo Cda e dai soci a dicembre 2024), al 30 giugno scorso gli incarichi conferiti alla società si sono limitati a € 180.000. Nello stesso periodo la Provincia di Cremona ha continuato ad affidare cospicui incarichi per prestazioni tecniche a professionisti esterni.

Le relative determine sono consultabili sul sito dell’ente, sezione trasparenza. Uno scenario che come gruppo consigliare abbiamo evidenziato con forza, richiamando i vertici provinciali alle loro responsabilità nei confronti della società di cui detengono il controllo”.

Per i consiglieri di opposizione, “il risultato negativo della gestione 2024 ha portato i comuni che avevano creduto nelle potenzialità della società ad uscire dalla compagine sociale, a fronte del comprensibile timore di dover ripianare le perdite generate dal mancato sostegno della Provincia di Cremona.

Ad oggi la nuova compagine sociale è quindi composta dalla Provincia di Brescia, Provincia di Cremona ed Unione Oglio Ciria”.

Il piano di risanamento aziendale, per la minoranza, “è incentrato principalmente sulla riduzione del numero dei dipendenti i quali sono gli unici, paradossalmente, a non aver responsabilità dirette rispetto alla situazione economica finanziaria: il piano prevede infatti di licenziare quattro persone entro il mese di agosto, alle quali si vorrebbe addirittura rateizzare il versamento del Tfr.

Si propone inoltre di azzerare i superminimi degli stipendi e di abolire le misure di welfare aziendale. Tali azioni sono totalmente contrarie a quanto accade normalmente nelle aziende ben gestite. Simili azioni non sarebbero tollerate dalle forze politiche che oggi governano la Provincia di Cremona se venissero messe in campo da un imprenditore privato, ma che invece oggi vengono avallate.

Un esercizio muscolare che denota un approccio sbrigativo alla soluzione dei problemi aziendali oltre all’assenza di rispetto nei confronti delle 18 persone e delle loro famiglie che hanno investito le loro conoscenze e la loro professionalità all’interno della società. Il nostro gruppo non ritiene, diversamente da quanto sostenuto nel piano, che l’organico della società sia sovradimensionato. Crediamo invece che l’organico attuale avrebbe potuto essere pienamente valorizzato se la Provincia di Cremona avesse creduto di più nella propria società”.

In questo contesto di crisi, “gli unici a non essere penalizzati sarebbero gli amministratori e il direttore generale, nonostante i risultati non certo lusinghieri. Il compenso del Presidente e dei due consiglieri di amministrazione (circa € 100.000 all’anno) non verrebbe ridotto. Unica eccezione riguarda il compenso aggiuntivo di € 6.000 per la figura del vicepresidente, indennità che non sarebbe neppure dovuta”.

Infine, “anche la previsione di chiusura del bilancio 2025 indicata in €2.5000.000 circa nel piano di rilancio aziendale, ci lascia perplessi. Se nel primo semestre 2025 i soci hanno conferito alla società incarichi per soli € 700.000, risulta difficile credere che in soli cinque mesi gli stessi soci affidino alla società incarichi per € 1.800.000. Nel caso ciò avvenisse, e noi lo auspichiamo, saremmo di fronte ad una palese mancanza di programmazione da parte dei soci e dei vertici della società”.

Per il Gruppo Consiliare Centrodestra per Cremona “non è accettabile che in una società a totale partecipazione pubblica si costruisca un piano di rilancio della stessa a discapito dei lavoratori, tagliando non solo posti di lavoro ma riducendo i benefici previsti dal welfare aziendale ed i benefit stipendiali, affossando così le motivazioni dei dipendenti ed allo stesso tempo la produttività degli stessi oltre che dell’azienda e della sua immagine”.

Non tarda la replica del presidente Mariani, secondo cui è “assurdo fare polemica preventivamente, soprattutto quando ci sono di mezzo dei lavoratori. Dopo la valutazione che faremo fare, e di cui sarà reso partecipe il consiglio, si potranno esprimere valutazioni o pareri. Farlo adesso credo sia fuori luogo e prematuro. Oppure pura volontà di speculazione politica.

In questa fase, per il presidente, “serve serietà e senso di responsabilità da parte di tutti, facendo valutazioni non di pancia, ma ponderate, evitando di cadere in speculazioni politiche non di parte.

Credo che fare polemica sia controproducente, per questo noi stiamo lavorando per gestire la situazione e riuscire in maniera seria e responsabile a superare questa difficoltà. La politica non deve essere polemica e contrapposizione, soprattutto quando è in gioco il futuro dei lavoratori” conclude Mariani. lb

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