Cronaca

Lavoro, sul territorio segnali
di tenuta e capacità adattamento

Il quadro economico della provincia di Cremona restituisce l’immagine di un sistema produttivo che, pur in presenza di difficoltà in alcuni comparti, mostra segnali di tenuta e capacità di adattamento. La crescita moderata, sostenuta in parte dalla domanda estera e da settori come i servizi e l’agricoltura, convive con dinamiche più fragili, in particolare nel manifatturiero e negli investimenti.

Questo quanto emerge dal Rapporto Annuale 2024 sul mercato del lavoro, pubblicato dalla Provincia di Cremona. “In un contesto di transizione tecnologica, energetica e organizzativa, emerge l’esigenza di rafforzare il posizionamento competitivo del territorio, soprattutto sul fronte della produttività e dell’innovazione” si legge nel documento.

LE IMPRESE DEL TERRITORIO

Il tessuto imprenditoriale della provincia di Cremona nel 2024 si conferma caratterizzato da una netta prevalenza di imprese individuali (quasi il 56% del totale attivo), concentrate nei settori delle costruzioni, del commercio e dei servizi alle persone.

Le imprese di tipo societario rappresentano circa il 41%, con una distribuzione equa tra società di capitali e società di persone. Dal punto di vista settoriale, prevalgono nettamente le imprese del terziario, che costituiscono il 59% del totale; all’interno di questo aggregato il solo commercio pesa per il 22%. Seguono le costruzioni (16%) e agricoltura (14%). L’industria, pur essendo il comparto che pesa di più in termini di valore aggiunto, rappresenta solo l’11% delle imprese attive, con una specializzazione interna nella metalmeccanica.

Negli ultimi cinque anni (2019–2024), il numero complessivo di imprese attive si è ridotto del 4,6%, corrispondente a circa 1.200 unità in meno. Il calo è da attribuire quasi esclusivamente alla diminuzione delle imprese individuali, che hanno perso l’8,7% in cinque anni, a fronte di una sostanziale tenuta (e lieve crescita) delle imprese più strutturate.

Tuttavia, è importante sottolineare che una parte significativa delle cessazioni è legata a cancellazioni d’ufficio, il che riduce l’effetto “reale” di queste uscite. Le imprese artigiane, che costituiscono circa un terzo del tessuto produttivo, hanno subito una contrazione ancora più marcata (-7,1%), con una dinamica particolarmente negativa tra le ditte individuali.

Anche le imprese giovanili mostrano una flessione significativa, passando da 2.306 nel 2019 a 2.106 nel 2024 (-8,7%). Nonostante una buona capacità di attrazione in fase di avvio (tassi di natalità attorno al 20%), l’elevato tasso di mortalità e la fragilità strutturale ne limitano la permanenza sul mercato.

Le imprese femminili risultano invece più stabili: nel 2024 sono oltre 5.100, pari al 21% del totale, e hanno registrato una contrazione contenuta rispetto al 2019 (-3,0%). L’imprenditoria straniera si distingue per un andamento controcorrente: le imprese a conduzione straniera sono cresciute del 2,8% nello stesso arco temporale, arrivando al 13% del totale, e mostrando una concentrazione marcata nei settori delle costruzioni, del commercio e del turismo.

OCCUPAZIONE

Nel 2024 il tasso di attività della provincia di Cremona si è attestato al 71,6%, superando il livello pre-pandemico (70,5% nel 2019) e confermando una tendenza di progressivo recupero iniziata nel 2021. Contestualmente, il tasso di occupazione ha raggiunto il 70,3%, il valore più alto degli ultimi vent’anni, dopo essere cresciuto di 7,6 punti rispetto al minimo toccato nel 2020 (62,7%).

Anche la popolazione attiva è tornata sui livelli del 2019, con circa 160mila unità, mentre gli inattivi sono scesi a 62mila, segnando un ulteriore consolidamento del recupero.

Sul fronte della disoccupazione, il tasso è calato fino all’1,9%, posizionando Cremona al secondo posto tra le province lombarde, dietro solo a Bergamo (1,5%) e ben al di sotto della media lombarda (3,7%) e nazionale (6,6%). Il numero di persone in cerca di lavoro è sceso a 3.100 unità, in forte calo rispetto alle 7.900 del 2019.

Riguardo al divario di genere, nel 2024 il tasso di occupazione maschile è pari al 78,7%, quello femminile al 61,6%, con un gap di 17,1 punti percentuali, leggermente ridotto rispetto al 2019 (18,9 punti). Anche sul fronte della disoccupazione si osserva un’inversione del gap di genere: le donne registrano un tasso più basso (1,6%) rispetto agli uomini (2,1%), con un miglioramento significativo rispetto al 2019, quando la disoccupazione femminile superava quella maschile di quasi due punti.

Sul versante giovanile, nella fascia 15–29 anni, il tasso di occupazione nel 2024 si è attestato al 42,7%, con un ampio divario di genere (50,3% per gli uomini e 34,3% per le donne). Il tasso di Neet si è ridotto significativamente, passando dal 23,0% nel 2020 al 14,3% nel 2023, pur rimanendo superiore alla media lombarda.

La Cassa Integrazione Guadagni (Cig) ha mostrato una riduzione delle ore autorizzate nel 2024 (-11% rispetto al 2023), con un totale di circa 2,3 milioni di ore, segnando un’inversione di tendenza rispetto all’aumento registrato a livello regionale. La CIG ordinaria resta la componente prevalente, mentre il ricorso alla CIG in deroga si è esaurito. I settori più coinvolti sono la fabbricazione di metallo (16%), l’industria alimentare (14%) e la lavorazione di minerali non metalliferi (13%).

Nel complesso, il mercato del lavoro cremonese mostra segnali di consolidamento e vitalità, con una forte ripresa dell’occupazione e una significativa riduzione della disoccupazione. Tuttavia, permangono criticità strutturali legate al divario di genere, all’occupazione giovanile e alla qualità del lavoro.

STRUTTURA DELL’OCCUPAZIONE

Nel 2024, in provincia di Cremona, la composizione occupazionale riflette una struttura in cui prevalgono i lavoratori dipendenti (129.000), cresciuti di 3.000 unità rispetto al 2023 (+2,4%), a fronte di un numero stabile di lavoratori autonomi (28.000). La quota di dipendenti sul totale degli occupati è pari all’82,2%, in crescita rispetto all’anno precedente.

A livello settoriale, gli occupati si concentrano prevalentemente nei servizi (43,9%), seguiti dall’industria (25,5%), dal commercio (17,2%), dall’edilizia (7,6%) e dall’agricoltura (5,7%). Rispetto al 2019 si registrano incrementi significativi nell’edilizia (+71%) e nell’agricoltura (+28,6%), mentre l’industria ha perso l’11,1% degli occupati. La dinamica di crescita nel 2024 ha riguardato soprattutto il commercio (+13%) e gli altri servizi (+3%), mentre l’industria ha visto un calo netto (-8.000 unità, pari a –17%).

Sul piano retributivo, il 2024 è stato segnato da un incremento delle retribuzioni lorde del +2,9%, superiore al tasso d’inflazione (+1,1%), determinando un parziale recupero del potere d’acquisto. Gli aumenti più consistenti delle retribuzioni contrattuali si registrano nei settori della metallurgia e meccanica (+11,6%), finanza (+9,6%) ed edilizia (+8,1%).

I dati delle Comunicazioni Obbligatorie restituiscono un quadro di lieve rallentamento del mercato del lavoro: nel 2024 sono stati registrati 54.118 avviamenti (-1,6% rispetto al 2023) e 51.227 cessazioni (+3,4%), con un saldo comunque positivo (+2.900), ma dimezzato rispetto al +5.500 del 2023. La tenuta degli avviamenti è sostenuta dai settori della ristorazione, confezionamento, pulizie e servizi ricreativi.

Prosegue anche nel 2024 il fenomeno delle “grandi dimissioni”, che ha ormai assunto carattere strutturale. Tra i contratti stabili, le dimissioni volontarie rappresentano il 65,3% delle cessazioni nei contratti a tempo indeterminato e il 72,5% in quelli di apprendistato. Questo dato evidenzia una crescente mobilità occupazionale, legata a nuove aspettative e strategie individuali, in particolare tra i giovani.

Le analisi per genere evidenziano un saldo positivo sia per gli uomini (+1.400) che per le donne (+1.484), ma entrambi in calo rispetto al 2023. Gli avviamenti femminili sono stati 25.951, in lieve flessione (-2,1%), mentre quelli maschili si attestano a 28.167 (-1,2%).

Per quanto riguarda la componente straniera, nel 2024 oltre la metà degli avviamenti ha riguardato lavoratori provenienti da cinque Paesi, con una netta prevalenza della cittadinanza indiana (22%), seguita da Romania (14%) e Marocco, Egitto, Albania (7% ciascuno).

Infine, si conferma anche nel 2024 una crescita della stabilità contrattuale: le trasformazioni a tempo indeterminato sono state 5.686, mentre le trasformazioni da part-time a full-time sono state 1.145.

DIFFICOLTA’ DI REPERIMENTO FORZA LAVORO

Nel 2024, le imprese della provincia di Cremona hanno programmato 28.200 assunzioni, un numero sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (+30 unità). Il fabbisogno maggiore riguarda gli operai specializzati e conduttori di impianti (36,7% delle entrate programmate), seguiti da professionisti del commercio e dei servizi (21,7%, in crescita di 1,8 punti rispetto al 2023), da professioni non qualificate (16,8%, in lieve calo), tecnici (12,3%) e specialisti/dirigenti (4,5%). Gli impiegati sono in leggera flessione (dall’8,8% al 7,9%).

Le difficoltà di reperimento sono in forte crescita: nel 2024 il 52% delle assunzioni previste è classificato come difficile da coprire, con un aumento costante negli ultimi cinque anni (dal 28,9% nel 2019). Le difficoltà sono maggiori nelle costruzioni (62,6%), seguite da servizi (51,5%) e industria (50,8%). Cremona è tra le province lombarde con la maggiore incidenza di mismatch, al pari di Monza e Mantova, e appena sotto Como e Lecco (55%).

Le professioni con la più alta difficoltà di reperimento includono: professionisti tecnici nelle scienze della salute e della vita (81,1%); operai metalmeccanici specializzati; installatori e manutentori di impianti elettrici ed elettronici; conduttori di veicoli e macchinari mobili.

Tra le principali cause del mismatch vi è l’inadeguatezza dei candidati: nel 2024 solo il 58% delle nuove assunzioni richiede esperienza specifica, in calo rispetto al 62,8% del 2019. Il settore che richiede più esperienza resta l’edilizia (67,4%), mentre l’industria e i servizi sono più flessibili (rispettivamente 53,4% e 59,8%).

La richiesta di personale giovane (under 30) è in crescita: nel 2024 rappresenta il 30,4% delle nuove entrate, in aumento rispetto al 27,7% del 2019. Il settore dei servizi è il maggiore “datore di lavoro” giovanile (57%), seguito da industria (37%) e costruzioni (6%).

La componente straniera rappresenta una parte crescente del capitale umano locale: al 1° gennaio 2025, gli stranieri residenti sono 44.783 (+3,1% rispetto al 2024), con un’incidenza sul totale della popolazione pari al 12,7%, in aumento rispetto all’11,5% del 2019. La popolazione straniera è più giovane della media e concentrata nella fascia lavorativa (15–64 anni: 75,35%).

Permangono, tuttavia, criticità legate alla valorizzazione del capitale umano. La cosiddetta “fuga di cervelli” continua a incidere negativamente: tra il 2011 e il 2023 l’Italia ha perso circa 378.000 giovani (18–34 anni), in gran parte laureati. La Lombardia è la seconda regione per numero di espatriati iscritti all’AIRE, con oltre 640.000 persone. Sebbene manchino dati specifici per Cremona, è plausibile che la provincia sia coinvolta nel fenomeno.

Infine, si confermano le criticità legate al ricambio generazionale della forza lavoro. Come evidenziato nel Box 3.1 del Capitolo 3, la provincia di Cremona si troverà ad affrontare, nel periodo 2029–2034, un equilibrio demografico precario tra lavoratori in uscita (19.306) e potenziali nuovi entranti (19.294), con un deficit maschile stimato in oltre 2.300 unità, solo parzialmente compensato dal surplus femminile. Questo squilibrio accentua la pressione sulle politiche del lavoro e sulla capacità del sistema locale di attrarre e trattenere competenze, soprattutto nei settori a più alta intensità di specializzazione.

PERCORSI DI ISTRUZIONE

Nel corso dell’anno scolastico 2024/2025, il sistema dell’istruzione secondaria superiore della provincia di Cremona si conferma stabile, con un lieve incremento degli iscritti rispetto all’anno precedente. Le scuole secondarie statali di secondo grado sono 14 come sedi di dirigenza, che diventano 39 considerando anche sezioni distaccate e corsi serali; si aggiungono 4 scuole paritarie, tutte di indirizzo liceale. Gli studenti iscritti complessivamente ai percorsi diurni delle scuole statali sono 15.672, con una crescita dello 0,3% rispetto al 2023/2024 e dell’1,3% rispetto al 2020/2021. Gli studenti con disabilità rappresentano il 4,5% del totale (700 studenti), mentre quelli con cittadinanza straniera sono il 14,9% (2.332 studenti).

Considerando i percorsi sia diurni che serali si contano complessivamente 15.909 iscritti, di cui 237 (pari all’1,5%) ai percorsi serali, segnalando una partecipazione contenuta da parte di studenti adulti o lavoratori.

La distribuzione per percorsi di studio mostra che la maggior parte degli iscritti frequenta i licei (il 44,1%). A seguire gli istituti tecnici (il 37,1%), quelli professionali (il 18,3%) e quelli di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) (lo 0,5%). L’offerta delle scuole paritarie si rivolge esclusivamente al segmento liceale, con 506 iscritti complessivi.
Accanto all’istruzione secondaria si sviluppa una componente importante di formazione professionale.

Nell’anno formativo 2024/2025, gli iscritti ai percorsi triennali e quadriennali di IeFP erogati dagli enti accreditati presenti sul territorio sono stati 1.815, con una crescita del 2,3% rispetto all’anno precedente e del 4,9% rispetto al 2020/2021. L’85% degli iscritti (1.540 studenti) frequenta i percorsi triennali, mentre il 15% (275 studenti) si trova al quarto anno. La composizione per cittadinanza mostra una forte incidenza della componente straniera: il 33,4% degli iscritti ai triennali e il 21,8% tra i frequentanti il quarto anno. I percorsi più frequentati sono quelli per operatore del benessere (32,5%), operatore della ristorazione (18,7%) e operatore alla riparazione dei veicoli a motore (15,3%). Nel quarto anno, prevalgono i corsi per tecnico dell’acconciatura (24,4%) e per tecnico dei trattamenti estetici (19,6%).

Sul fronte dell’istruzione terziaria, la provincia di Cremona ospita sedi di cinque atenei (Politecnico di Milano, Università degli Studi di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, Università di Pavia, Università di Brescia) e un’istituzione AFAM: l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Claudio Monteverdi” (Conservatorio di Cremona). Nell’anno accademico 2024/2025, gli studenti iscritti presso queste sedi sono 2.140: di questi, 2.075 frequentano corsi a Cremona e 65 a Crema.

Il Politecnico di Milano è l’ateneo con il maggior numero di iscritti (721 studenti, pari al 33,7%), seguito dall’Università Cattolica (562 studenti, 26,3%). Gli studenti stranieri sono 213, circa il 10% del totale, con una concentrazione presso il Politecnico e la Cattolica. La componente femminile è prevalente nella maggior parte degli atenei, eccetto che al Politecnico, dove rappresenta solo il 26%, e all’Università Cattolica dove raggiunge il 48%. All’Istituto Monteverdi, sono iscritti 104 studenti, di cui il 51% donne; gli stranieri sono il 13,5%.

I dati relativi ai laureati confermano l’attrattività di questi poli formativi: nel 2024 si sono laureati 585 studenti, per il 69% provenienti da fuori provincia. I principali poli di laurea sono stati l’Università Cattolica (215 laureati, 36,8%) e il Politecnico (189, 32,3%). L’ISSM Monteverdi ha diplomato 10 studenti, 7 dei quali donne. Solo uno dei diplomati risiedeva in provincia di Cremona.

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