Lavoro, a Cremona più difficoltà
nel trovare operai specializzati
“In provincia di Cremona – spiega Paolo Zabeo, centro studio Cgia di Mestre – c’è difficoltà nel reperimento del personale lavorativo del 52%, quasi tre punti in più rispetto alla media della regione Lombardia. Se teniamo conto che da agosto fino al prossimo mese di ottobre gli imprenditori cremonesi dovranno assumere almeno 7.500 persone, vuol dire che poco più di 3.900 posti rischiano di rimanere scoperti"
Nel 2024, su un totale di 5,5 milioni di nuovi ingressi previsti nel mercato del lavoro, quasi 840 mila (pari al 15 per cento del totale delle entrate attese) hanno riguardato operai specializzati. La ricerca di queste figure si è rivelata particolarmente impegnativa: nel 63,8 per cento dei casi, infatti, gli imprenditori hanno segnalato notevoli difficoltà nel reperimento e, quando la selezione ha avuto esito positivo, il processo ha richiesto in media quasi cinque mesi. Nessun’altra professione richiesta dalle aziende ha evidenziato livelli di difficoltà e tempi di ricerca superiori a quelli riscontrati per gli operai specializzati. Lo si evince da uno studio della Cgia di Mestre.
“In provincia di Cremona – spiega Paolo Zabeo, centro studio Cgia di Mestre – c’è difficoltà nel reperimento del personale lavorativo del 52%, quasi tre punti in più rispetto alla media della regione Lombardia. Se teniamo conto che da agosto fino al prossimo mese di ottobre gli imprenditori cremonesi dovranno assumere almeno 7.500 persone, vuol dire che poco più di 3.900 posti rischiano di rimanere scoperti. Lo sanno bene i titolari di azienda che operano nell’agricoltura, nell’allevamento, nell’alimentare, nell’edilizia, nell’artigianato artistico”.
Trovare un collaboratore è diventata un’impresa impossibile e nel medio e lungo periodo c’è il rischio che molte attività siano costretti a chiudere i battenti per mancanza di personale qualificato. Le cause dello scostamento tra domanda e offerta di lavoro sono molteplici e frequentemente interconnesse. Negli ultimi anni, fattori quali la denatalità e l’invecchiamento della popolazione hanno contribuito a ridurre la disponibilità di forza lavoro. Inoltre, è rilevante sottolineare che molti candidati non possiedono le competenze tecniche e professionali richieste dagli imprenditori, in particolare nel settore manifatturiero, evidenziando lo storico divario persistente tra il livello di apprendimento acquisito durante il percorso scolastico e le esigenze del sistema produttivo. È altresì importante evidenziare che, rispetto al periodo pre-Covid, i giovani sono sempre più alla ricerca di occupazioni che offrano maggiori livelli di flessibilità, autonomia e tempo libero.
Sb