Compra online un barboncino, ma
la venditrice si dilegua: processo
Nel settembre del 2019 una 41enne cremonese aveva acquistato online un cucciolo femmina di barboncino, del costo di 2.500 euro. A titolo di caparra, l’acquirente aveva versato un importo complessivo di 580 euro mediante ricarica della postepay. Il barboncino non è mai arrivato e la venditrice si è resa irreperibile. A processo per truffa è finita una 49enne della provincia di Caserta, attualmente detenuta in carcere a Napoli, assistita dall’avvocato Monica Nichetti.
Nella denuncia, sporta il 3 ottobre del 2019, la cremonese aveva raccontato ai carabinieri delle sue ricerche online per acquistare un cane, e di essersi imbattuta in un annuncio su “Subito.it” che aveva messo in vendita una barboncina. La donna, interessata all’acquisto, aveva contattato il numero inserito nell’annuncio e aveva parlato con un uomo “privo di qualsiasi inflessione dialettale” che l’aveva messa al corrente del prezzo, chiedendole di versare, a titolo di caparra, la somma di 580 euro in due trance, una di 200 e l’altra di 380 euro, sulla carta postepay, riferendole il nome e il codice fiscale dell’intestataria della carta ricaricabile.

“A seguito dei versamenti, tramite whatsapp, dall’utenza telefonica che mi era stata fornita”, ha fatto verbalizzare la cremonese, che aveva anche inviato copia della propria carta d’identità e della tessera sanitaria, “ho ricevuto le foto con la documentazione riguardante il cane: pedigree, iscrizione all’anagrafe canina austriaca e certificazione del passaggio di proprietà a firma del medico del servizio veterinario della Asl della regione Lazio. Dopo il pagamento della caparra, però, ho provato a mettermi in contatto telefonico con la persona con la quale avevo preso accordi in merito all’acquisto, ma l’utenza era irraggiungibile. Credo che sia stato posto un blocco volontario nelle chiamate entranti”.
A finire nei guai è stata l’intestataria della carta ricaricabile, la 49enne campana.
Il procedimento entrerà nel vivo il prossimo 17 dicembre con la testimonianza della cremonese vittima di truffa.
Sara Pizzorni