Ambiente

Monitoraggio aree esterne, Tamoil
al Tar contro le nuove richieste

La "barriera" idraulica lungo l'argine maestro tra Tamoil e società Canottieri

Tamoil apre un nuovo fronte legale contro il Comune di Cremona. Oggetto del contendere è quanto deciso nell’ultima conferenza di servizio, l’appunatmento annuale nel quale gli enti di controllo (Provincia, ATS Val Padana e ARPA, oltre ai tecnici del Comune) esaminano il Piano di monitoraggio presentato dall’azienda  relativo ad aria, acqua e soil gas nelle aree esterne all’ex raffineria. Un appuntamento che si ripete ogni anno e di cui viene anche data evidenza pubblica nell’Osservatorio Tamoil, ma che nell’ultima seduta evidentemente ha visto delle discrepanze tra quanto sostenuto dall’azienda e quanto rilevato da Arpa, (competente per la parte ambientale) e Ats (salute pubblica).

E proprio contro le prescrizioni della conferenza di servizio svoltasi nei mesi scorsi, che ha approvato il Piano di Monitoraggio per il 2025, Tamoil ha presentato ricorso al TAR Brescia chiedendo l’annullamento del verbale. La Giunta riunitasi mercoledì scorso ha di conseguenza deciso di costituirsi. Al momento non sono note le motivazioni alla base del ricorso.

Le conferenze di servizio si svolgono annualmente almeno dal 2012, da quando cioè è stato approvato il decreto che definisce le modalità del ripristino ambientale sia dei terreni che della falda nelle aree esterne. “C’è un piano di monitoraggio che viene presentato da Tamoil – spiega l’assessore all’Ambiente Simona Pasquali-.  I dati in esso contenuti vengono restituiti anche nell’Osservatorio Tamoil, che viene convocato una volta all’anno. Le analisi delle matrici ambientali effettuate dall’azienda  vengono fatte in contraddittorio con ARPA e se ci fossero delle anomalie ARPA ovviamente le segnala”.

Il ricorso al Tar è solo l’ultimo di una serie di azioni sul piano legale che contrassegnano la presenza di Tamoil a Cremona nell’ultimo decennio, da quando a seguito della chiusura della raffineria e la sua trasformazione in deposito, venne decretata la messa in sicurezza operativa (MIso) per le aree esterne e la bonifica per quelle interne. Contro le conclusioni della conferenza di servizio del 2023 aveva fatto ricorso al Tar la Canottieri Bissolati; mentre al Tribunale civile di Brescia è pendente la causa intentata dal Ministero per l’Ambiente per il risarcimento del danno ambientale (il Comune si è costituito ad adiuvandum). Al  tribunale civile di Cremona si è invece rivolta la canottieri Bissolati.

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