Caso "Uniti": 6 anni e 10 mesi per
Mazzetti. Risarcimenti alla Onlus
Sia l'imputato che Verisure Italy srl dovranno risarcire
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Attilio Mazzetti è stato condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione e ad un risarcimento di 90.000 euro come provvisionale alla Onlus “Uniti per la provincia di Cremona”. Questa la decisione del collegio dei giudici che ha messo la parola fine al primo grado di giudizio nei confronti del 40enne di Soresina, unico imputato rimasto ad affrontare il giudizio ordinario per il caso relativo alla distrazione di fondi ai danni di “Uniti”, l’ente benefico nato il 13 marzo del 2020 per sostenere gli ospedali e le organizzazioni impegnati in prima linea nel pieno della prima ondata della pandemia di Covid. Per Mazzetti, il pm Davide Rocco aveva chiesto la condanna a sette anni.

L’imputato era accusato di associazione a delinquere finalizzata ad appropriarsi indebitamente di quasi 300.000 euro versati dai cremonesi alla Onlus, parte civile attraverso l’avvocato Roberto Guareschi, che ha chiamato in causa quale responsabile civile la società Verisure Italy srl, assistita dal legale Lapo Pasquetti. I giudici hanno condannato la Verisure al risarcimento di una provvisionale di 17.000 euro.
“Una pena sproporzionata“, quella per Mazzetti, l’hanno definita i suoi legali, gli avvocati Gian Andrea Balzarini e Domenico Servillo, che hanno annunciato ricorso in Appello.

Per la procura, Mazzetti, oggi operaio, ex gestore di un bar a Crema, poi fallito, ex procacciatore d’affari per la Verisure, e Renato Crotti, ex gestore di fatto della Onlus e già uscito dal procedimento con un patteggiamento a tre anni e quattro mesi e con un risarcimento di 25.000 euro, sarebbero stati i promotori dell’associazione (gli altri imputati, accusati a vario titolo di aver prelevato soldi da utilizzare per scopi estranei alle finalità benefiche, hanno già definito la loro posizione con due patteggiamenti e cinque condanne).
Nel processo, la difesa dell’imputato aveva offerto ai giudici due ipotesi: “o credere che Crotti e Mazzetti, in barba al Covid e alla solidarietà, si siano intascati il denaro della Onlus, oppure che Crotti, motore della Onlus, molto conosciuto, un uomo che è stato in politica da molti anni, abbia scelto Mazzetti come procacciatore d’affari perchè aveva bisogno di servizi e lo abbia manipolato con la scusa del Covid, assicurandolo che era tutto regolare. Mazzetti non è un criminale“.

Il soresinese si era definito un mediatore che trovava i clienti che facevano le fatture, effettuate in un secondo tempo, sostenendo di non aver mai saputo nulla del modo in cui erano state eseguite. Per l’accusa, invece, il suo ruolo era stato quello di “reclutatore” di imprenditori amici, titolari di società che avevano emesso fatture false nei confronti della Onlus per ricevere i pagamenti dalla stessa. In questo quadro, Mazzetti si era anche occupato di emettere fatture false nei confronti della Onlus con il fine di ricevere i pagamenti da “Uniti”, provvedendo a riciclare il denaro attraverso conti esteri.
Contro l’imputato c’era anche l’accusa dell’appropriazione indebita aggravata di 34.980 euro “corrispondenti all’acquisto, presso Verisure Italia srl, di 25 impianti ‘kit premium home’ fatturati ed installati da quest’ultima ai singoli destinatari indicati e scelti dallo stesso Mazzetti, ricevendo per detta operazione, quale agente della Verisure Italia srl, una provvigione pari ad euro 4.575″.
Nel procedimento, la Verisure Italy è stata chiamata in causa come responsabile civile. In una delle udienze del processo uno degli inquirenti aveva parlato di un bonifico del 20 maggio 2020 partito dal conto corrente di Uniti a favore di Verisure Italy dell’importo di 34.980 euro. Causale: “Offerta del 14 maggio 2020”. Si trattava della fornitura di 25 allarmi che avrebbero dovuto andare a persone malate da curare in casa. E invece, secondo l’accusa, almeno 18 erano finiti nelle case di parenti e amici di Mazzetti.

“La srl si ritiene assolutamente estranea ai fatti addebitati a Mazzetti, che non era neppure loro agente, ma semplicemente procacciatore d’affari non organico all’azienda”, aveva spiegato a suo tempo l’avvocato Pasquetti. “Verisure Italy non ha comunque alcun rilievo di colpa per i fatti dolosi contestati all’imputato, non avendo alcuna possibilità di verificare la veridicità delle indicazioni dei destinatari delle apparecchiature, regolarmente fatturate, e consegnate secondo le indicazioni ricevute apparentemente dalla Onlus”. Oggi l’avvocato Pasquetti ha fatto sapere di voler aspettare la motivazione della sentenza, che sarà depositata entro quindi giorni, per capire se ci possano essere gli estremi per poter impugnare la decisione.
“Confidavamo sulla condanna di Mazzetti“, ha commentato invece l’avvocato Guareschi. “Il processo ha consegnato tutti gli elementi necessari su tutti i capi di impugnazione. Da parte nostra, come parte civile, c’è soddisfazione, perchè chiaramente, oltre ad aver avuto il riconoscimento di una provvisionale, è stata coinvolta nel risarcimento anche la Verisure per il capo d’accusa che riguardava la fornitura degli allarmi”.
Sara Pizzorni