Fondi regionali per impianti sport,
Zanacchi risponde a FDI
Tra le interrogazioni discusse in Comune, anche quella di Fratelli d’Italia che chiedeva alla Giunta se l’amminstrazione avesse partecipato al bando di Regione Lombardia che stanziava 100 milioni per riqualificazione e messa in sicurezza degli impianti sportivi pubblici.
L’Amministrazione non ha ritenuto di partecipare al bando per dversi motivi, illustrati dall’assessore allo Sport Luca Zanacchi.
“Le risorse in campo – ha dett – non sono 100 milioni, sono in realtà molte meno, così ripartite: 70 milioni sono disponibili attraverso attivazione di mutui con l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale; 30 milioni sono in parte a fondo perduto, ma nel 2025 di questi ne sono stati messi a disposizione solo 3.
“Nel 2025, esclusi i mutui, ci sono 3 milioni di euro per 1502 comuni di cui 1117 sotto i 6000 abitanti. Di questi 3 milioni tecnicamente il 50% è destinato a Comuni con meno di 6000 abitanti. La quota per tutta la Lombardia di finanziamento per i centri oltre i 6000 abitanti di fatto è di 1,5 milioni di euro. Quando è uscito il bando con i tecnici abbiamo letto i criteri. Alcuni di questi definiscono la linea politica di Regione Lombardia che condivido.
“Il criterio, ripeto che condivido, traccia una direzione netta e chiara sulla volontà politica di come indirizzare queste risorse è la priorità che sarà data ai comuni sotto i 6000 abitanti. Il bando parla di 50% dei 3 milioni destinati ai Comuni sotto i 6000 abitanti (sono 1117), ma in realtà la Regione è perfettamente consapevole che gli impianti sportivi oggi più bisognosi sono proprio situatiin realtà piccole. Realtà che nel tempo, complice il Covid e la riforma dello sport, hanno visto chiudere e sparire moltissime realtà sportive.
“Condivido la scelta della Regione perché è un criterio che va incontro al territorio in modo reale e che dimostra un’attenzione concreta frutto di presidio e di prossimità. Negli ultimi anni in molti piccoli paesi le realtà sportive hanno chiuso lasciando vuoti molti impianti oppure le amministrazioni non sono più riuscite a mantenere in modo adeguato le strutture causandone un veloce deperimento. Dalle interlocuzioni è apparso chiaro che tutte le domande giudicate idonee dai tecnici in arrivo da amministrazioni di Comuni sotto i 6000 abitanti saranno finanziate perché il bisogno ad oggi è prioritariamente in quelle realtà.
“Cremona non è nelle condizioni di accendere mutui fino a quando non saranno estinti quelli esistenti. L’ultimo mutuo è stato acceso per la tribuna del PalaRadi e dopo quel mutuo non ne sono stati più fatti. Questo toglie dal piatto i rimanenti 70 milioni. Alla luce di questi elementi e nella consapevolezza che non sarebbe stato produttivo e conveniente impiegare gli uffici oppure incarichi esterni per strutturare progetti nella consapevolezza che questi sarebbero finiti approvati e non finanziati per esaurimento risorse, abbiamo decido si dedicarci ad altri e tipologie di interventi”
“L’impiantistica sportiva ha sempre bisogno di manutenzione – ha poi aggiunto Zanacchi -. Le strutture della nostra città rispettano gli standard dati da federazioni e enti sportivi, diversamente non si svolgerebbero i numerosi campionati e nemmeno le attività didattiche delle associazioni. E’ ovvio che ci sono margini di miglioramento e che su alcune strutture vi siano situazioni che necessitano interventi più importanti rispetto ad altre.
“E’ innegabile che molti sforzi siano stati fatti negli anni appena trascorsi e si dovrà continuare a lavorare per migliorare le strutture e rendere la pratica sportiva sempre più accessibile e performante. È altrettanto ovvio che la normativa nazionale attualmente in vigore obbliga le associazioni che gestiscono impianti a farsi carico di molte manutenzioni. Prima non era formalizzato a livello nazionale ma era già richiesto nelle convenzioni in vigore. Nel tempo molte delle manutenzioni ordinarie non effettuate dai gestori sono diventate manutenzioni straordinarie. Con le società sportive stiamo portando avanti un lavoro virtuoso di accompagnamento alle nuove normative e di responsabilizzazione verso il tema delle manutenzioni e della cura del bene pubblico.
Nelle linee di mandato votate dal Consiglio Comunale e nei documenti successivi si parla di PalaRadi, si parla di piscina comunale, si parla di palestre scolastiche, si parla di campi da calcio. Ne abbiamo parlato anche nella Consulta dello Sport. Al netto dei documenti formali gli interventi di manutenzione sono costanti, anche se magari le tempistiche non sempre soddisfano le esigenze delle realtà sportive”.