Infermiere di quartiere, parte
sperimentazione al Boschetto
Partirà dal quartiere Boschetto, probabilmente dal prossimo anno, la sperimentazione della figura dell’Infermiere di Quartiere, per avvicinare i servizi per la salute ai residenti delle zone più decentrate rispetto ai centri di erogazione, leggi ospedale e ambulatori. Al Boschetto manca il medico di base (questo l’elemento determinante per cui il progetto pilota partirà da qui) e gli ambienti idonei esistono, all’interno del centro civico da poco ristrutturato dal Comune, dove si trova l’ambulatorio medico rimasto privo di titolare.
La conferma dell’avvio della sperimentazione, a cui la vicesindaco Francesca Romagnoli stava lavorando da tempo, è giunta sabato scorso durante il Festival della salute alle Colonie Padane organizzato dall’Asst di Cremona, durante l’incontro pubblico “Cremona, una comunità che cresce”, che ha visto dialogare accanto alla stessa Romagnoli, il presidente della Provincia Roberto Mariani e i presidenti dei quartieri Zaist (Giulio Ferrari) e Luigi Armillotta del Boschetto.

Su questa importante novità interviene anche Fratelli d’Italia, con una mozione depositata oggi in Comune finalizzata a dare concretezza all’iniziativa.
“La proposta – si legge in una nota di FDI – mira ad avvicinare i servizi sanitari e sociosanitari ai cittadini, rendendoli più accessibili e garantendo continuità assistenziale. L’Infermiere di Quartiere diventerebbe un punto di riferimento stabile e riconosciuto, in grado di offrire prestazioni di prima assistenza, orientamento ai servizi, supporto ai medici di base, campagne di prevenzione, attività di educazione alla salute e sostegno ai caregiver.
“Con questa mozione vogliamo dare un segnale chiaro e concreto: la salute e il benessere dei cittadini devono essere al centro delle politiche comunali”, dichiara Rosaria Compagnone, consigliera di FDI, prima firmataria della mozione. “L’infermiere di quartiere è una figura di prossimità che può fare davvero la differenza, soprattutto in una città come la nostra, dove la popolazione sta progressivamente invecchiando e le fragilità sociali e sanitarie sono sempre più diffuse. Non si tratta soltanto di un servizio in più, ma di un passo avanti nel rafforzare il senso di comunità e la vicinanza delle istituzioni. La Casa di Comunità è un presidio importante, ma rischia di concentrare i servizi in un unico luogo, penalizzando chi abita più lontano. Con l’infermiere di quartiere vogliamo portare l’assistenza direttamente nei quartieri, in spazi comunali facilmente accessibili e vicini alle persone”.

“L’idea dell’infermiere di quartiere nasce dal confronto con i professionisti della sanità”, aggiunge il capogruppo Marco Olzi. “È stata infatti lanciata durante il Festival della Salute presso le Colonie Padane, una lunga giornata di dialogo e riflessione organizzata da ASST Cremona e animata da numerosi operatori del settore sanitario, sociosanitario e del volontariato. In quell’occasione è emersa con chiarezza la necessità di avvicinare i servizi ai cittadini e di creare presidi diffusi sul territorio. Noi abbiamo raccolto quell’indicazione e l’abbiamo trasformata in una proposta concreta.
Crediamo che questo strumento possa migliorare l’accesso alle cure, ridurre i ricoveri impropri e rafforzare la rete di sostegno tra cittadini, istituzioni e sanità”.

La mozione impegna la Giunta ad avviare un confronto con ASST di Cremona per introdurre la figura dell’infermiere di quartiere, in sinergia con gli operatori sociali comunali; individuare spazi idonei nei quartieri cittadini per ospitare questa nuova figura professionale; definire, insieme ad ASST e ATS, le modalità organizzative e di integrazione del servizio con la rete sanitaria e sociosanitaria già esistente.