"Troppi lividi addosso". Le aveva
rapito anche i figli: ex condannato
“Quasi sempre su di lei vedevo i lividi. Li aveva sulla schiena, sulle braccia, sul viso. Una volta lui l’ha morsa anche sulla guancia“. In estate, per non far vedere i segni, girava con la maglietta a maniche lunghe e pantaloni”. Sono le parole pronunciate in aula da Rosa (nome di fantasia), sorella di Lucia (nome di fantasia), 38 anni, quest’ultima invalida all’80% per un problema fisico e vittima di maltrattamenti da parte dell’ex compagno egiziano con il quale aveva convissuto dal 2014 fino al 2021 e dal quale ha avuto due figli.
Oggi l’uomo, 47 anni, rappresentato d’ufficio dall’avvocato Massimo Tabaglio, è stato condannato ad una pena di 4 anni e 8 mesi e ad un risarcimento alla parte civile, assistita dal legale Valter Vernetti, con una provvisionale di 10.000 euro. Per l’imputato, il pm Chiara Treballi aveva chiesto 5 anni e 6 mesi. Nel febbraio dell’anno scorso il 47enne era già stato condannato a 8 mesi per aver sottratto, nel luglio del 2023, i loro due bambini, un maschio all’epoca di 8 anni e la sorellina di 7, di nazionalità italiana. Padre e figli, dopo indagini estese anche a livello internazionale (c’era il sospetto che l’uomo volesse portare i piccoli in Egitto), erano stati rintracciati in Spagna, a Barcellona, e rimpatriati. Fondamentale era stata anche una segnalazione su facebook di una donna italiana che aveva visto per strada a Barcellona i due bambini. Aveva sentito che parlavano italiano e aveva chiesto al maschio come si chiamasse la loro mamma. Attraverso i social, la donna era riuscita a rintracciare Lucia.
Per il rapimento dei figli, il 47enne era stato condannato a 8 mesi, pena sospesa subordinata al risarcimento di 5.000 euro di provvisionale. Lucia non ha mai visto un euro e oggi la sospensione della pena gli è stata revocata.

“Avevano un rapporto burrascoso”, ha raccontato in aula la sorella di Lucia. “Lui era violento e aggressivo. Non aveva un lavoro e dormiva fino a tardi, poi usciva a qualsiasi ora del giorno e della notte e non voleva che lei gli facesse domande. Per lui, lei doveva stare in casa a cucinare e a pensare ai bambini“. “Un giorno l’ho seguito”, ha raccontato Rosa, che andava spesso a trovare la sorella, a cui è molto legata. “L’ho visto avvicinarsi ad una Golf grigia e passarsi qualcosa con il conducente. Quando è rientrato in casa l’ho visto assumere cocaina“.
“Litigavano quasi tutti i giorni“, ha riferito Rosa, che ha assistito a numerosi episodi di violenza ai danni della sorella. Episodi in cui spesso erano presenti anche i bambini. “Lei diceva che era caduta, ma addosso a lei c’erano troppi lividi”. Rosa, i suoi figli e il bimbo di sua sorella erano presenti il giorno in lui aveva lanciato sul fondoschiena della compagna una padella incandescente. “Mi sono subito messa tra di loro e ho portato via mia sorella”, ha raccontato Rosa. “Lui le dava sberle e pugni in testa e le sputava addosso, dicendole che era una poco di buono ed una madre di m…, e la minacciava di morte anche alla presenza dei figli. Mio nipote aveva paura di suo papà”. “Se vai via o se chiami i carabinieri ti ammazzo di botte”, le diceva.

A causa dei continui litigi, Lucia trascorreva settimane con i suoi genitori. “Siamo stati noi a starle vicino quando ha deciso di essere operata perchè era sovrappeso. Lui non c’era mai, nè per lei, nè per i suoi figli. Tante volte ho voluto chiamare i carabinieri, ma lei non voleva per evitare problemi per via dei bambini”.
Negli ultimi due anni della loro convivenza, Lucia aveva di fatto lasciato la sua casa per vivere con i genitori. Un giorno, però, lei e la sorella erano rientrate per prendere degli indumenti per i bambini e avevano trovato l’imputato in casa con una donna. “Erano entrambi in mutande”, ha raccontato Rosa, “e sul tavolo c’era un piatto con della cocaina”.
In quell’occasione c’era stato un litigio furibondo nel quale lui aveva sbattuto Lucia contro il muro e lui a sua volta era stato spinto da Rosa. “Era stata una colluttazione pesante“, ha ricordato la sorella della vittima. Questo è stato l’ultimo episodio”.
“Si tratta”, ha sostenuto l’avvocato Tabaglio nella sua arringa, “di episodi saltuari che non possono essere inquadrati nel reato di maltrattamenti. Lei era gelosa perchè lui aveva l’amante”. Il legale della difesa ha parlato di “periodi di litigi familiari in una coppia non legata da vincolo matrimoniale”.
Lucia, che aveva già testimoniato, era presente oggi in aula. Oggi ha un lavoro e vive serena con i figli a casa dei suoi genitori in un paese in provincia di Pavia.
Sara Pizzorni