Cronaca

Sassi contro gli agenti, capotreno
ferita: due anni all'imputato

Oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire indicazioni sulla propria identità, interruzione di pubblico servizio, lesioni personali aggravate. Questi i reati per i quali un senegalese cittadino italiano è stato condannato a due anni e due mesi di reclusione. Per l’imputato, assistito d’ufficio dall’avvocato Micol Parati, il onorario Silvia Manfredi aveva chiesto un anno e quattro mesi. Il giudice ha emesso invece sentenza di “non doversi procedere” per il solo reato di danneggiamento per mancanza di querela. Il 17 luglio del 2023, l’uomo, trovato senza biglietto a bordo del regionale Cremona Treviglio, aveva dato in escandescenze, creando panico tra i numerosi passeggeri e minacciando e aggredendo gli uomini della Polfer, un vice sovrintendente e un agente che erano intervenuti su segnalazione della capotreno, anche lei rimasta ferita. Il fatto era accaduto poco prima che il convoglio arrivasse alla stazione di Casaletto Vaprio.

Ad essere sprovvisto del biglietto c’era anche un altro passeggero, un minorenne straniero con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio.

Il pm onorario Manfredi

“Quando ho chiesto i biglietti”, aveva raccontato in aula la capotreno, “hanno assunto atteggiamenti strafottenti e mi hanno preso in giro. Poi si sono messi a guardare i telefonini e non mi hanno più calcolata”. Nel frattempo il treno era arrivato alla stazione di Casaletto Vaprio e la capotreno era scesa per controllare il deflusso dei passeggeri. “Ad un certo punto”, aveva riferito la donna, “ho sentito trambusto. Era in corso un parapiglia con gli agenti della Polfer. Contro di loro, parole di fuoco”.

“Non ti do un c…, portami rispetto, altrimenti vedi cosa ti faccio”, era stata la risposta alla richiesta di mostrare i documenti. “Non ti do un c…”, aveva detto il minorenne, scattando in piedi con atteggiamento aggressivo. Il giovane era stato invitato a scendere dal treno, ma si era rifiutato, facendoci sempre più aggressivo. Si era poi messo ad urlare, creando preoccupazione tra i viaggiatori. “Non rompere il c…, altrimenti ti ammazzo”, aveva detto, rivolgendosi a uno degli agenti.

Nel frattempo il maggiorenne senegalese aveva aggredito da dietro uno dei poliziotti, colpendolo alla schiena. Ne era nata una colluttazione, con l’imputato che si era divincolato per non farsi ammanettare e che si era avventato più volte contro la Polfer. Nel parapiglia, il minorenne era sceso dal treno per poi rientrare ‘armato’ di sassi di medie dimensioni che aveva raccolto dalla massicciata e che poi aveva tirato contro i due agenti. “D’istinto”, aveva riferito la capotreno, “mi sono messa in mezzo e anche io sono rimasta ferita. Avevo un graffio sul braccio”. Il minore era poi fuggito, non prima di aver tirato un sasso contro un finestrino.

L’avvocato Parati

Alla fine gli agenti erano riusciti a bloccare l’imputato, che era rimasto sul treno e che non smetteva di inveire contro di loro: “Fate piano che il mio cellulare costa più del vostro stipendio, bastardi”, aveva detto. Intanto il treno era stato soppresso.

A causa della colluttazione, entrambi i poliziotti erano stati costretti a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale di Treviglio. Uno, in particolare, era stato a casa cinque mesi. Il minore straniero era stato poi identificato e affidato alla madre. L’altro, il maggiorenne, è finito a processo a Cremona e oggi condannato.

L’avvocato Parati, che ha contestato le accuse, sebbene non abbia mai avuto modo di vedere o parlare con il suo cliente, ha fatto sapere che dopo aver letto la motivazione della sentenza valuterà se ricorrere in Appello.

Sara Pizzorni 

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