Cronaca

Marina la scuola, sberle dal
patrigno: "Immobilizzata al muro"

L'uomo a processo per abuso di mezzi di correzione su una quindicenne

Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina. Questo il reato di cui deve rispondere in tribunale un 45enne cremonese, patrigno di una ragazzina sulla quale aveva alzato le mani. Secondo l’accusa, nel febbraio del 2022, quando la giovane aveva 15 anni, l’imputato l’aveva presa a schiaffi in più occasioni per aver “bigiato” la scuola e per averlo attaccato con parolacce e offese. Tra l’imputato e la ragazza, figlia della sua convivente, il rapporto era molto conflittuale. La coppia avrebbe avuto problemi nella gestione della sua educazione. Per il patrigno, che si difenderà il prossimo febbraio, non solo marinava la scuola, ma usciva senza dir nulla, a volte non rientrando nemmeno la notte, e la madre la giustificava.

L’episodio contestato nel capo d’accusa risale al 4 febbraio del 2022. Dopo aver scoperto che la ragazza aveva saltato un giorno di scuola, l’aveva colpita al volto con numerose sberle. L’aveva poi tirata per i capelli, le aveva messo un braccio attorno al collo e l’aveva immobilizzata con il viso contro il muro. Ad intervenire era stata la madre della giovane, che in quel momento era da un vicino e che aveva sentito le urla della figlia. “Quando sono entrata in casa ho visto il mio compagno che la stringeva contro il muro. Mi sono precipitata ma non riuscivo a staccarlo da lei. Mia figlia era a disagio in quella scuola ed era seguita da uno psicologo. Ora invece sta studiando e sta andando bene”.

L’avvocato Ferrari

“”Il mio compagno, lei lo chiamava papà, ma il loro rapporto era fatto di alti e bassi”, ha raccontato la donna. “Ci sono stati altri episodi in cui hanno discusso animatamente, ma quello che è successo il 4 febbraio è stato troppo. Lui, invece, era convinto di essere nel giusto“. Dopo quell’episodio madre e figlia, dopo sei anni di convivenza con l’imputato, se n’erano andate, portando con loro anche il cane che lui aveva regalato alla ragazzina. Tre mesi dopo, la mamma della 15enne aveva sporto querela contro l’ex compagno. “Mia figlia era sofferente e io volevo fargli capire che non è stato giusto metterle le mani addosso”.

In aula ha testimoniato anche la ragazzina, che oggi ha 18 anni. “Col mio patrigno c’erano scontri, c’era un rapporto difficile. I motivi erano la mia disobbedienza. Era severo, mi metteva le mani addosso. E’ successo cinque o sei volte nel giro di quegli anni. L’ultima, quella di febbraio, è stata la più pesante. Il giorno prima avevo bigiato, mentre il 4 febbraio non stavo bene e non sono andata a scuola. Quando lui è rientrato dal lavoro mi ha trovato seduta in cucina . Mi ha affrontata, mi ha urlato contro, poi mi ha dato una sberla, e poi una seconda e una terza. Stavo per cadere quando lui ha mi ha preso e immobilizzato con la faccia al muro. Era preso dall’ira“.

Quando madre e figlia lo avevano lasciato, lui aveva fatto arrivare alla ragazzina un bigliettino in cui si diceva dispiaciuto e che voleva ricordarsi la parte buona del loro rapporto.

Sentita anche la psicologa che aveva in cura la quindicenne, che con il padre biologico non si frequntava. “Faceva assenze scolastiche, era una ragazzina ansiosa ed arrabbiata”, ha detto la testimone.

Per il 27 febbraio, oltre all’esame dell’imputato, difeso dall’avvocato Stefano Ferrari, è prevista anche la sentenza.

Sara Pizzorni

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...