100 giorni, l'opera di Bartolini
nel progetto San Carlo
Imponente, inaspettata, illuminante: è l’installazione site-specific 100 giorni realizzata da Massimo Bartolini nella seicentesca chiesa sconsacrata di San Carlo a Cremona, trasformata in un teatro d’arte contemporanea nel progetto San Carlo promosso da Lorenzo Spinelli di Form. The Creative Group e gestito da Francesca Minini.
La navata ospita un’opera che racchiude le costanti più emblematiche di Bartolini: la tensione tra visibile e invisibile, la sospensione tra reale e simbolico, la trasformazione della luce in materia e narrazione. Un’enorme luminaria spenta genera un corpo architettonico fatto di geometrie modulari: è la seconda volta che l’artista lavora con le luminarie siciliane prive di luce e ridotte a un’intelaiatura essenziale. Solitamente utilizzate nel Sud Italia per feste religiose e civili, qui rappresentano uno spazio sospeso dove la festa appare conclusa o forse ancora da iniziare.
Mentre sul retro dell’altare campeggia un neon rosso acceso che attraverso la luce dà voce a due scritte murali rinvenute nelle carceri del territorio cremonese, diventando espressione del sentire di un individuo isolato. Dal contrasto fra luminarie spente e neon acceso risulta un equilibrio instabile fra libertà e costrizione.
Massimo Bartolini, toscano classe 1962, trae spesso ispirazione dall’ambiente provinciale delle città italiane e dalle feste in campagna, per poi ridefinire l’idea di paesaggio creando spazi di riflessione attraverso diverse forme d’arte. Sa far dialogare luce e architettura, come accade nella chiesa cremonese dove la sua installazione si sviluppa. 100 giorni, inaugurata a fine settembre, resterà allestita fino a metà gennaio; lo spazio è accessibile su appuntamento, mentre date e orari di apertura al pubblico verranno pubblicati sui social di San Carlo.
Il servizio di Federica Priori