Imprenditore "minacciato" da ex
dipendente: tentata estorsione
Tramite minaccia e violenza avrebbe cercato di costringere un imprenditore cremonese di 34 anni a consegnargli 1.500 euro e a rimettere le querele precedentemente sporte nei suoi confronti, non riuscendoci per il fermo rifiuto della persona offesa. Con le accuse di tentata estorsione, atti persecutori e lesioni è a processo un albanese di 40 anni, ex dipendente del vittima, impegnato in politica e imprenditore a capo di una cooperativa sociale, parte civile attraverso l’avvocato Gianluca Pasquali.
Secondo l’accusa, agli inizi del 2023, quando i rapporti lavorativi tra i due erano finiti, l’imputato, che era stato assunto con un contratto in prova, avrebbe cominciato a chiedere all’imprenditore la somma di denaro. Soldi che secondo la difesa, rappresentata dai legali Ilaria Ceriali e Giuseppe Borelli, l’imprenditore gli doveva in relazione al rapporto lavorativo che i due avevano avuto.
“Vedi di ridarmi i soldi, altrimenti ti ammazzo, ti sistemo io, so sempre dove prenderti”, avrebbe più volte intimato l’imputato. “Hai tempo dieci giorni per ritirare la denuncia, inoltre mi devi dare i soldi, altrimenti ti mando i miei amici a casa mentre dormi… non ne esci vivo. Se vai a fare la denuncia e mi dovessero arrestare, ti perseguiterò tutta la vita”.

E poi ci sarebbero state le violenze fisiche: “il 15 marzo del 2023 l’albanese avrebbe colpito la vittima con una testata, causando all’imprenditore la contusione del setto nasale. Il 12 maggio del 2024 gli avrebbe sferrato un pugno diretto all’addome e il primo agosto l’avrebbe colpito alla testa con il proprio cellulare. Il 40enne gli avrebbe anche inviato quotidianamente messaggi sui social, lo avrebbe pedinato, recandosi nei luoghi frequentati dall’ex datore di lavoro per intimorirlo e avanzare pretese creditorie. In numerose occasioni si sarebbe poi introdotto all’interno dell’auto della vittima per minacciarla di morte.
Nell’aprile del 2024 l’avrebbe costretto a recarsi dai carabinieri per rimettere le querele, mentre e il primo agosto del 2024 gli avrebbe intimato, dopo avergli mostrato un coltello e dopo averlo colpito con il telefono, a percorrere decine di chilometri con la propria auto e subire ulteriori vessazioni e minacce di morte.
Oggi in aula l’imprenditore ha raccontato i fatti che lo hanno visto coinvolto, ribadendo le accuse, riferendo gli episodi contenuti nel capo di imputazione, aggiungendo di essere stato derubato dal suo ex dipendente di attrezzatura di valore. “Gli ho detto che gli avrei dato i soldi se lui mi avesse restituito gli attrezzi che mi aveva preso. E nel frattempo gli avevo dato degli anticipi”.
L’imputato, che si trova in carcere dall’agosto del 2024, si difenderà nell’udienza del prossimo 4 novembre. Intanto oggi la difesa ha chiesto la modifica della misura con i domiciliari. Il collegio si è riservato.
Sara Pizzorni