Assise Economia, gli indicatori
del territorio tra luci e ombre
Un territorio in trasformazione, con luci e ombre tra ripresa economica, competitività e benessere sociale: questa la fotografia tracciata dal prof. Fernando Alberti, leader di Strategique (think-tank che supporta imprese e istituzioni sui modelli di business), che ha elaborato un cruscotto degli indicatori della competitività del territorio Cremonese.
Ci sono alcuni indicatori importanti su cui lavorare, come “la dimensiopne della prosperità economica e la dimensione del progresso sociale” ha spiegato Alberti.
Sul fronte della prosperità economica Cremona presenta “un buon livello generale, ma con segnali di rallentamento in alcuni settori” ha spiegato il docente. Insomma, “ci sono degli aspetti ancora da limare. Ad esempio, Cremona è nel quadrante più debole per quanto riguarda le retribuzioni, che sono ancora basse e che non stanno crescendo al pari del resto della Lombardia o come a livello nazionale”.
Produttività e partecipazione al lavoro restano invece su livelli medio-alti, ma tendono a diminuire rispetto al passato.
La provincia mostra comunque una buona capacità di attrarre occupazione e di creare nuove imprese, anche se la crescita del valore aggiunto per occupato risulta inferiore alla media lombarda.
Dal punto di vista del progresso sociale, Cremona si colloca al 38° posto a livello nazionale (su 107 province) e guadagna nove posizioni rispetto al 2024. Il miglioramento più evidente riguarda i “fondamenti del benessere”, dove l’indice cresce di ben 18 posizioni. Restano più deboli, invece, i punteggi legati ai “bisogni umani fondamentali” (in lieve calo) e alle “opportunità”, anche se in lieve miglioramento.
Tra i punti di forza si segnalano l’accesso ai servizi idrici e igienici, la sicurezza abitativa, la sostenibilità degli affitti e la qualità dei servizi scolastici e culturali. Positivi anche i dati sulla raccolta differenziata, sull’energia elettrica rinnovabile e sull’indice di sportività.
Deludente l’aspetto della qualità ambientale, nella quale, ha chiarito Alberti, “Cremona è ancora fanalino di coda dell’Italia”. Le criticità maggiori riguardano la qualità dell’aria, l’inquinamento da PM10 e NO2, la disponibilità di verde urbano.
Fondamentale, per il professor Alberti, l’incremento “su inclusività e recupero del gender gap, ma dall’altro lato cresce ancora il gender pay gap”, per cui le donne continuano a essere pagate meno delgi uomini a parità di mansione.
A livello regionale, Cremona è tra i territori lombardi che guadagnano più posizioni rispetto all’anno precedente, insieme a Bergamo, Mantova e Milano, mentre altre province (come Pavia e Lodi) registrano cali significativi.
Un’altra analisi approfondita dal cruscotto è quella legata ai cluster delle specializzazioni territoriali, che sono sostanzialmente tre: “Siderurgia e metallurgia, cosmesi e agroalimentare” sottolinea il ricercatore. “Cremona si conferma provincia con eccellenze molto forti e marcate”.
Tuttavia non tutti i cluster hanno risultati ottimali: “se da un lato la chimica vanta una performance molto interessante e anche l’agroalimentare viaggia in positivo, c’è invece attenzione sull’industria metallurgica che perde un pochino”.
Nel campo dell’imprenditorialità, la provincia si posiziona al 28° posto nell’Indice del Fermento Imprenditoriale, ma perde otto posizioni rispetto al 2024. A penalizzare il risultato sono soprattutto le performance industriali (-56 posizioni), mentre migliora negli ambiti di innovazione e sviluppo finanziario. Le startup innovative sono ancora poche: appena 12 imprese, pari a 0,03 ogni mille abitanti, e solo l’1,66% delle aziende ha un titolare under 35.
“La Provincia di Cremona è 71esima posizione per start up innovative, 88 per imprenditoria giovanile, 87esima per partecipazione dei giovani nei cda” spiega Alberti. Emerge quindi come sia ancora molto carente “il coinvolgimento dei giovani nel tessuto economico e produttivo”.
Sul piano infrastrutturale, “Cremona sconta gravi criticità nei trasporti: il sistema ferroviario è il migliore tra i settori analizzati, ma privo di alta velocità e con una rete a doppio binario ridotta”. Peggiori le performance nel trasporto stradale e portuale, nonostante la presenza di un porto inserito nella rete europea “Core Network”, che però non riesce ancora a incidere in modo significativo sulla logistica delle merci.
“Il futuro dell’innovazione è un lavoro collettivo” ha concluso Alberti. “Cremona è una provincia che si muove, con segnali di fermento imprenditoriale e di miglioramento sociale”, ma ancora frenata da carenze infrastrutturali, disuguaglianze e un ecosistema dell’innovazione che fatica a decollare pienamente.
Laura Bosio