Cronaca

La "rete" si stringe alla vittima
di stalking. "Libera dalle catene"

Per dire no alla violenza, i sostenitori del movimento "Italy Needs Sex Education" si sono presentati in tribunale per dare supporto a una giovane stalkerizzata. Tra loro, anche la cantante dei Matia Bazar. Imputato condannato, vittima: "Finalmente libera"

Il gruppo di sostenitori della vittima con il prima fila Sasha e l'avvocato Tripodi. In seconda fila, la cantante Luna Dragonieri

Si sono presentati in tanti, oggi, nell’aula penale del tribunale di Cremona, per star vicino a Sasha (nome di fantasia), una giovane di 24 anni vittima di stalking nei confronti di un suo coetaneo. A suo tempo Sasha, attiva sui social, aveva pubblicato un video raccontando la sua storia: il “rapporto malato” avuto con un “amico geloso”, e i suoi sostenitori non hanno voluto mancare all’ultima udienza del processo in cui la ragazza era parte civile attraverso l’avvocato Rosario Tripodi, del Foro di Pavia. Alla fine del dibattimento il giudice ha condannato l’imputato, attualmente libero dopo la misura del divieto di avvicinamento, ad una pena di due anni e sei mesi. A Sasha, a titolo di risarcimento, andrà una provvisionale di 5.000 euro. “Mi sento finalmente libera da tutte le catene“, ha commentato la vittima subito dopo la lettura della sentenza.

Per lei sono venuti da Cremona, dalla provincia,  da Firenze, da Venezia, tutti facenti parte della del movimento “Italy Needs Sex Education”, una campagna in rete a livello nazionale per portare l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole in Italia, “perché studentesse e studenti abbiano accesso a un’educazione che possa prepararli a vivere in un mondo libero da violenze e pregiudizi“. Tra gli iscritti alla community c’è anche Luna Dragonieri, dal 2017 vocalist del gruppo dei Matia Bazar. Anche lei oggi era a Cremona per star vicino a Sasha. Un messaggio, quello della necessità di avere una educazione sessuale corretta, che Luna porta anche nei suoi concerti.

Tra i sostenitori di Sasha c’era anche Dario, arrivato in tribunale da Codogno. “Ho preso a cuore la storia di Sasha e l’obiettivo della campagna. Venendo qui ho cercato di dare il mio piccolo contributo per combattere ciò che vediamo succedere ogni giorno. Donne ammazzate, vittima di violenza, di stalking. Bisogna dire basta. E’ la società che ci condiziona. E’ un problema sociale, bisogna unirci e capire cosa si può fare“.

Per le violenze fisiche e psicologiche subite, Sasha aveva sporto querela nell’agosto del 2022 con numerose, successive integrazioni, fino ad ottenere, nell’aprile dell’anno successivo, la misura del divieto di avvicinamento. Fuori udienza, il legale di parte civile ha attaccato il pm, che per l’imputato aveva chiesto la condanna a un anno e nome mesi. “L’accusa non può dire che la mia assistita ha la querela facile“, si è lamentato l’avvocato Tripodi. “E’ una cosa che fa mancare la fiducia nella giustizia. Anzi: la mia assistita ha querelato e può solo essere presa come esempio per le altre donne vittime di violenze”.

Dal momento della querela, tra Sasha e il suo stalker non ci sono più stati contatti. Nel frattempo la giovane ha cambiato città, ha trovato lavoro e segue un percorso psicologico di cura.

Sara Pizzorni

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